essERE O STARE?

Oggi siamo sul filosofico andante… Ci sono mille differenze anche se grammaticalmente sono quasi sinonimi, sopratutto nel loro significato vero. E queste diversità sono palesi quando ti rendi conto se stai facendo qualcosa che ti coinvolge oppure segui la corrente. Quando fai e non stai soltanto. Un esempio classico in un momento in cui il consumismo la fa da protagonista se non da padrone: compri un nuovo “aggeggio” ( e lo definisco così senza dargli nessuna forma volutamente), uno di quelli che quando lo vedi pubblicizzato ti sembra che possa risolvere tutti i tuoi problemi in un attimo. Lo scarti, lo usi: si ,bello, ok. Poi lo lasci lì, a coprirsi di polvere o, in alternativa se sei una persona ordinata lo metti in un cassetto dicendo: ok , quando ho un pò di tempo ci gioco un pò. Mesi dopo è ancora lì e il cassetto in questione si è quasi riempito di aggeggi diversamente simili. Essere non è questo. Questo è stare, non fare. Essere è fare qualcosa di mentalmente o fisicamente impegnativo, che una volta che l’hai fatto ti soddisfa o ti fa venir voglia di rifarlo meglio. Fare qualcosa di utile per te o per gli altri ti fa essere, osservare e non fare è stare.

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