socializziamo?

i figli si fanno per….

Mi sono preso dell’antisociale, del “malmostoso”, di quello che non parla con gli altri. Poi in altri momenti sono uno uno che attacca il classicissimo “pippone”, cioè comincia a parlarti e non la finisce più… Uso il telefonino o il tablet? Certo, a volte anche tanto. Mai però quando sono in compagnia, mai se sono insieme ad altre persone. Oggi, cosa rara, ho preso la metropolitana dopo parecchio tempo che non lo facevo e sono rimasto “lì come un cretino” (cit. Albergo a ore, Herbert Pagani) guardandomi intorno. Tra l’altro era uno di quei treni senza divisori tra un vagone e l’altro, quindi si aveva un quadro quasi completo della situazione. Mediamente affollato ma non troppo, tutti i posti a sedere occupati, una decina di persone in piedi. Vogliamo dire 70-80 tra uomini, donne e bambini? Bene: persone che interagivano vocalmente (leggi:parlavano) forse 6 o 7 compreso il sottoscritto con la moglie, tre o quattro bambini che si facevano i fatti loro tra passeggino e il guardarsi attorno e tutti, dico tutti gli altri con il naso a dieci centimetri dallo schermo dello smartphone, compresa la giovane mamma che si intravede sulla sinistra della foto. Nel frattempo la bambina cercava di attirare l’attenzione della mamma che imperterrita chattava con qualcuno, talmente presa dalla cosa dal rendersi conto all’ultimo momento che doveva scendere dal treno.
Non voglio tranciare giudizi ne ergermi a giudice: non sono proprio la persona adatta. Però osservare mi è consentito e questo ritorno nell’utero elettronico non lo vedo bene. Sopratutto per le nuove generazione che non hanno gli strumenti per venirne fuori indenni.

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