Verovirus?


Si potrebbe scrivere un’enciclopedia di post, mica uno solo… In parte perché è qualche giorno (eufemismo) che non mi metto a scrivere, e in parte perché in questi giorni sono successe tante cose. Confuse. Poco chiare. E nel frattempo ho passato più tempo in giro per lavoro che quello che normalmente passo con la mia famiglia. Tre giorni a Napoli per il basket, altrettanti a Lione per la Champions e per finire un paio a Roma per il campionato.Nel frattempo, come tutti gli italiani, vengo bombardato da notizie vere, notizie gonfiate, notizie revisionate e fake news della peggior specie. Aggiungiamo che mediamente siamo tutti suggestionabili e molti di questi sono ipocondriaci e la frittata è bella e pronta …
Mascherine (inutili per come vengono usate), Amuchina ( utile non solo quando ci sono queste situazioni), controlli: fatti ‘ndo cojo, cojo, a casaccio, per capirci. Controlli negli aeroporti fatti quando la gente scende dall’aereo e non quando sale… Nessun controllo sui treni e nelle stazioni dove passano molte più persone e partite di calcio:a) giocate a porte chiuse. b) rinviate proprio secondo criteri poco conprensibili. c) giocate normalmente con tutto il pubblico possibile… Alla faccia dell’attenzione al possibile contagio… Altra situazione? Pronti: due giorni dopo l’esplosione mediatica del coronavirus è carnevale. Anche nel mio paese erano previste sfilate di carri con gente in maschera, prevalentemente bambini. Vengono cancellate giustamente le sfilate e genitori geniali cosa fanno? Portano tutti i bambini nella piazza principale del paese giusto per ottemperare alle regole in modo molto italiano. Mica ci hanno detto che non potevamo farlo, hanno proibito la sfilata… Veri genii. Per fortuna che le statistiche dicono che i bimbi sono i meno a rischio, grazie alla loro grande capacità di produrre anticorpi all’uopo. Sono certi genitori che dovrebbero essere rinchiusi! Se c’è qualcosa di strano in questo post non fateci caso, sto scrivendo su di un Frecciarossa nel tratto appenninico, discretamente shakeratoooooooo.

Napule’

Dopo una tre giorni nel posto più contraddittorio forse al mondo , è inevitabile scriverne.
Napoli è. E questa è l’unica certezza. Poi al suo interno ci sono congetture che si rivelano vere, esagerazioni che risultano inferiori alla realtà e stranezze che una volta che sei dentro, diventano normalità.
Intanto al primo colpo d’occhio, arrivando in aereo, ti rendi conto della bellezza del luogo dove si trova e subito dopo noti che è costruita in prossimità ( se non sopra) di un vulcano e se ne sai appena qualcosa di di queste simpatiche montagne sai pure di stare seduto su chilometri di lava più o meno dormiente… Quindi è normale che ti si aggrotti un sopracciglio per un misto di perplessità/ preoccupazione.
Poi ti perdi , da un lato sulla bellezza di questo golfo e subito dopo vedi le industrie, sterminate file di case fantasiosamente fatiscenti e tutto quello che contorna la città. Se uno ha visto le immagini o c’è stato, ricorda Rio con i suoi contrasti tra le zone ricche e belle e quello sbriciolamento edilizio che sono le favelas.
Entrambe le città si sono adattate e hanno saputo affrontare i problemi con fantasia e ottimismo, dando l’impressione di una povertà alla fine neanche tanto povera.
Scendi dall’aereo e immediatamente ti devi calare in una realtà straniante, partendo dal traffico, dove la mentalità napoletana si evidenzia.
La sensazione è che la prima regola sia che non ci sono regole: né nella guida, né nei parcheggi, così come nei rapporti tra le persone.
Il contromano , se è giustificato dalla ricerca di un percorso migliore, è normale e non c’è nessuno che protesta. Col semaforo verde si fa molta attenzione a passare perché altri passano col rosso e quindi potresti avere sorprese, ma anche questo non crea proteste . Insomma la tolleranza nell’indisciplina altrui giustifica la propria e viceversa. In compenso le persone sono generose in modo naturale, non forzato, insieme ad una cortesia che sembra nascere dall’anima della gente e diventa facile comportarsi nello stesso modo. Quasi naturale…Mi rendo conto che su questa città e la sua gente ne sono state scritte a milioni di pagine e che questa nota non aggiunge più di tanto, salvo sentire il bisogno di scriverla. E’ difficile non rimanerne , o per un motivo o per l’altro, affascinati. Napul’è…

qualche dubbio…?

dov’è il trucco?

E’ un po’ che mi frulla in testa questa cosa… La premessa è che da sempre sono convinto che la tecnologia sia molto più avanti in molti settori e che non venga mostrata per svariati ( e intuibili) motivi. Veramente in molti settori.
Ma quello che si è dimostrato in modo più evidente in questi ultimi tempi è il reale progresso relativo al mercato dell’automobile. E non mi riferisco ad una marca o a singoli modelli, bensì a una vera e propria filosofia che è cambiata da un momento all’altro. Possibile che nell’arco di pochi mesi, da quelle poche marche e modelli che sfruttavano nuove tecnologie di alimentazione ( ibride ed elettriche), oggi, praticamente tutte le marche , ma proprio tutte, hanno inserito diversi modelli con l’una o l’altra ( o entrambe) alimentazioni?
Tutti insieme appassionatamente hanno scoperto che l’elettrico è bello e l’ibrido anche?
Che il diesel è brutto e cattivo, dopo averne per anni decantato l’economicità e la praticità oltre ad averlo spacciato per meno dannoso della benzina comune?
E’ veramente così o siamo stati per l’ennesima volta presi in giro e per il portafoglio ad uso e consumo di chi ci considera solo spugne da spremere fino a quando non ci sia più una minima traccia d’acqua?
Ma sopratutto c’è stata una bacchetta magica che ha attivato i neuroni di tutti i progettisti d’auto oppure questa tecnologia era già in cascina in attesa che venissero svuotati i magazzini dalle giacenze dei vecchi modelli, diciamo “analogici”…
E’ almeno un decennio che si sente sempre di più la necessità di uscire dalla schiavitù dei combustibili tradizionali: un po’ per risparmiare , poi per tornare a respirare e ultima ma non ultima cosa, per invertire una tendenza che parte dalla fine dell’ottocento e che continua a fare danni alle persone e all’ambiente.
Adesso sembra che qualcosa si muova. Sarà veramente così o c’è il trucco anche questa volta?

settimane vuote?

by Sister

Sto cominciando a ricredere a quell’algoritmo che che in base alla data di nascita ti assegnava tre curve, i bioritmi : fisico, emotivo e intellettivo. Un giorno sei al settimo cielo, ti senti capace di fare qualsiasi cosa, vedi tutto in chiave positiva e riesci a ragionare correttamente su qualsiasi tema ti venga proposto. Hai voglia di fare, non ti accontenti di passare il tempo in qualche modo e sei sempre orientato nella direzione giusta.
Poi passa un giorno e comincia ad incrinarsi qualcosa, scattano i però, gli insomma, i dubbi cominciano ad aleggiare e la direzione dove andare non è più così certa.
Scivola via un’altra giornata e cominci a pensare che il mondo ce l’abbia con te, ovviamente il tempo meteorologico si allinea o ti sembra che lo faccia (che è la stessa cosa), la voglia di fare qualcosa si trasforma in necessità di stare il più fermi possibile, magari immobili che è meglio, che siano gli altri a muoversi, a spostare aria e cose.
Poi le curve si sfasano… Facendo un conteggio facile facile (ci sono centinaia di siti che hanno le formule e i link per calcolarli) oggi per esempio io attraverso punti critici sia emotivamente che intelletualmente, mentre sarei al top da l punto di vista fisico… Pensa quando sarò in crisi pure lì…
A parte gli scherzi ce n’è per tutti e alla fine ti viene da pensare che ci sia molta attendibilità in questo calcolo , visto che viene usato anche nello sport nella gestione di atleti durante determinati periodi.
Poi non c’è la curva della tigna, della testardaggine e della forza di volontà, e poi se proprio va male ci si può sempre affidare al saggio…