Archivi tag: Blog

Siamo alle solite…

Ero ripartito così bene … !
Due post a distanza di nemmeno una settimana, non sembrava vero… Sono già ritornato sul mesetto di distanza e nel frattempo sono successe cose, la maggior parte delle quali è meglio non tirarle in ballo. Il fatto che ci avviciniamo alle Festività è forse una delle cose positive, se positivo è il fatto di spendere tanti soldi per doni e perdere di vista i valori reali di questo periodo.
Sarebbe bello per esempio che il mondo si calmasse un attimino, o magari per più di un attimo. Dici che sembro una partecipante a Miss Italia : “.. la pace nel mondo..”! E chi è che non la vuole a parte i mercanti di armi, i fanatici religiosi e non e quelli via di testa.
Da queste parti si continua il tran-tran pensionistico, fatto di uscite coi miei amici a quattro zampe poi visite al campo pratica del golf dove passo il tempo a litigare con i drive e sono amico dei ferri, oppure a tentare di rimettermi a chiacchierare davanti ad un microfono o (quando mi ricordo, appunto) scrivere sui miei due siti https://www.giancarlofercioni.it o http://www.fercioni.com .
Il resto del tempo?
Mani piene, come si dice adesso: faccio finta di niente, per scaramanzia, ma il fatto della mia prossima nonnitudine comincia a riempire le giornate. Modifiche alle case per creare spazi utili al nuovo arrivo, pensare a tutte le cose che serviranno sopratutto i primi mesi e pensare alle emozioni che darà a tutti noi.
Mi sembra abbastanza per un post, no?
Cercherò di scrivere un pò più di frequente, promesso!
Bye

Grigio e grigiume…

Qualcuno penserà che si tratta della stessa cosa, e invece no.
Guardo dalla finestra in questi giorni autunnali e ci sono buone possibilità di vedere il cielo grigio, che a sua volta ti genera un umore grigio e prese di posizione allineate al colore in questione. Il positivo è raro incontrarlo in questi casi, perchè è di colore chiaro e sopratutto colorato , mentre il negativo con l’autunno ci sguazza…
Il grigiume è invece uno stato d’animo collettivo, provocato dal grigio comune: quello generato da quello che leggi sui giornali, che vedi e senti in tv e sui web, che ascolti alla radio e, purtroppo che descrivono quello che accade nel mondo in questi tempi.
Perchè è facile in questo momento grazie alla comunicazione superrapida avere ogni tipo di notizia, vere o false che siano, ma sopratutto che devono generare “click” e una bella notizia o una vera raramente generano interesse.
Adesso le notizie sono proposte con titoli che una volta venivano usati nei quotidiani del pomeriggio, quelli che strillavano qualcosa che doveva portare il lettore a proseguire con l’articolo che spesso non aggiungeva niente o quasi alla notizia.
Il contenuto poi, allora e adesso, è vuoto, non c’è niente o quasi e quel poco che c’è è negativo, uguale a mille altri trafiletti o articoli che non spostano l’interesse per niente.
Quasi quasi rimpiango i “pallini”, quelle notizie condensate in poche righe che ti davano la notizia, il più delle volte frutto di note d’agenzia o di un piantone in questura che ti faceva un sintetico riassunto della nera del giorno…
Finale grigio? No. Mai. Ho imparato dalla buonanima di mio papà che c’è sempre, anche nelle peggiori situazioni, qualcosa di cui sorridere e che ti porta a sperare in qualcosa di più colorato.

Si, vabbè… avete ragione

Trasformare un Blog, che teoricamente dovrebbe essere non dico quotidiano, ma per lo meno voce dei pensieri ed idee del momento, quindi abbastanza frequente, in un mensile non è proprio l’ideale…
La scusa che la pensione crea questo effetto di scollamento del tempo che passa non va bene.
Non va bene perchè significa che i giorni non hanno più un impronta specifica, che ogni giorno ha delle piccole differenze che sono così piccole da non essere registrate come tali e quindi perse.
D’altronde si arriva ad un punto in cui tutto ciò emerge e si sente la necessità di fare il “qualcosa” che differenzia la giornata, che dia un segno, un’impronta e allora , come un accumulatore compulsivo, si affastellano le idee e tutti quei supporti che servono (teoricamente) per metterle in pratica.
Esempio: tastiera per ricominciare a suonare, oppure mazze da golf per riprendere a giocare, o anche tutta l’aggeggistica che serve per rimettersi a trasmettere per radio (ora in streaming)…
La tastiera, più per una scomodità logistica la uso poco, ripromettendomi che quando riordinerò lo studio, sarà in pole position…
Le mazze da golf sono da poco tornate a fare il loro lavoro, anche se su due secchielli da 50 palline, quelle uscite correttamente dalla piazzola sono il 10%. Le altre sono andate un pò qua , un pò la, un pò a destra e un pò mancate proprio (le prime).
La radio è quasi pronta: mixer, microfono e cuffia, pad per generare musiche ed effetti ci sono. Manca il collegamento per il quale occorre qualcuno che lo instradi correttamente e poi si tornerà a sentire il Gianparlo trent’anni dopo.
Quindi, promitto repromitto e iuro, oltre a reggere l’infinito futuro, anche il blog riprenderà vita.
Parola di lupetto.

Dove eravamo rimasti…???

Prendo a prestito la famosa frase di Enzo Tortora per ricominciare a “Bloggare” dopo una lunga, lunghissima pausa dovuta a pensieri di tutt’altro genere.
Quando tenti di fare qualcosa e sei distratto da altro, ma insisti e continui a scontrarti con ostacoli il più delle volte creati dalla tua testa, ed è un loop che è difficile da spezzare…
Facendo un riassunto della mia umarellitudine: non ho ancora ricominciato a giocare a golf e la mia bellissima sacca è lì a prendere polvere.
Poi, non sono ancora riuscito a ricominciare a lavorare in radio. Col fatto che adesso quasi tutte le radio sono in streaming, non sono ancora riuscito a mettere a posto la parte video. Fa abbastanza ridere visto che ho lavorato in televisione per quasi quarant’anni! Ma si sa, il parrucchiere è calvo, il sarto si veste male e lo chef mangia vere schifezze…
Per non parlare dell’argomento che angoscia molte famiglie: Bonus 110 si o Bonus 110 no? Non che la scelta dipenda da noi… Molte ristrutturazioni si sono interrotte in partenza o peggio a metà, lasciando case e palazzi in condizioni peggiori di prima. Poi la ristrutturazione nella ristrutturazione. Nel senso che la casa di mia mamma, iniziata già tardi grazie appunto ad una 110 mai cominciata, è in ritardo di quasi tre mesi, con stress, soldi in più, e tasse che non mancano mai!
Ci mancherebbe anche il dentista? C’è anche quello, c’è anche quello, non ci facciamo mancare niente.
Insomma, oggi più che un blog sembra la lista della spesa. il prossimo sarà migliore, giurin giuretta, promesso!

BIANCO NATALE?

Il Logo dell’Atelier Fercioni


Continuo a saccheggiare il mio vecchio Blog, trovato su una memoria esterna: questo mi sembra adatto al periodo e mi ha emozionato…

Non so, ad essere sincero. Forse è l’umore che mi frega.
Normalmente vivo questo periodo con un misto di serenità, malinconia e spirito natalizio, mentre adesso è un arruffamento di emozioni in ordine sparso. Momenti di acidità misti a tentativi di rimettermi in carreggiata natalizia. Poca voglia di fare molte cose e molta voglia di fare cose minime che ovviamente non riesco a fare e questo arruffa, si che arruffa…
Avrei voglia di condividere questo Natale con tante persone che non sono più  qui, sentirne il calore, le voci, l’affetto.
Riavvolgere il nastro della vita per un giorno e stare vicini, chiedere consigli, quelli che per orgoglio e presunzione giovanile non ho mai chiesto. Dire a mio papà che, nonostante il suo suggerimento le unghie continuo a tagliarmele tonde e non squadrate, così come, seguendo il suo esempio di reduce dalla ritirata di Russia, cerco di mantenere l’igiene appena possibile e sopratutto di vedere le cose dalla prospettiva giusta, mai troppo seria. Dire a mia mamma, abbracciandola, che io sono orgoglioso di aver avuto  lei come madre, capace di tirare su due ingenui come il sottoscritto e mio fratello, quasi da sola, dopo la scomparsa di papà, e che avrei voluto darle di più in tutto…
Ai miei zii Romano e Guido, grazie per avermi insegnato le cose che non avevo imparato dai miei genitori comunque importanti e comunque fondamentali. A zia Renata per essere stata sufficientemente formichina da lasciare ai tuoi nipoti qualcosa, che ognuno di noi ha potuto investire in ciò che pensavamo importante.  
E a tutti i miei cari di avermi insegnato a non prendere le cose sempre sul serio, cercandone sempre il lato buono e possibilmente divertente, perchè non ha senso farsi più del male di quello che già subiamo.

SOGNO O SON PESTO?

La piramide di Monza

No, non ho sbagliato a scrivere o a fare del facile umorismo tramite calembours, è che in questo periodo sto facendo sogni molto vividi. Vividi al punto che la realtà è molto più confusa, quasi che fosse lei il sogno e non viceversa. Sarà che due anni e rotti fa, chi lo avrebbe detto che avremmo smesso di vedere persone, di fare le cose che facevamo abitualmente, di vivere distanti anziché il contrario. Quindi quando nei sogni oltre a succedere cose che sicuramente sono poco attendibili, ne capitano altre che potrebbero essere considerate normalissime ( in tempi pre-Covid), ecco che quando ti svegli e ti trovi a bardarti con protezioni varie, a far mente locale dei distanziamenti, dei pass, del fatto che quel bastardo di virus è ancora in girus, ti viene voglia di ristenderti da qualche parte e riaddormentarti.
Aggiungiamo poi che il ritmo della vita cambia proprio. Che prima , quando avevi bisogno di decantare rabbia, delusione e tutte le chiavi negative che si propongono normalmente nella vita di ognuno di noi, uscivi, andavi a fare qualcosa che smontasse il castello di arrabbiature e problemi che si erano accatastati per poi tornare a casa in condizioni passabili. Ora non è più così. Ora t’innervosisci e non hai più scuse per uscire, oppure non vai più al lavoro o per smart working o per altri motivi e anche quella valvola di sfogo manca. Non è il mio caso ma questo vale per i ragazzi: ai nostri tempi ci avessero detto della Didattica a distanza, i primi tempi avremmo stappato delle bottiglie per festeggiare… i primi giorni. Poi anche noi saremmo andati in crisi, non tanto per lo studio perchè chi vuole studiare studia e chi non vuole farlo non lo fa esattamente come prima. Ma perchè la ragazzina del terzo banco come fai a riaccompagnarla a casa, la partita con gli amici come l’organizzi, la biliardata durante le occupazioni scolastiche chi la fa, insomma tutte le cose che facevi con gli amici/compagni di scuola, come le fai? Poi, nello specifico, se durante questi giorni di quasi lockdown vai in pensione e non vedi più neanche i colleghi di lavoro oltre a non lavorare più, come la mettiamo. Conosco gente (tanta, ma proprio tanta) che alla parola pensione ti dice “… che c… fortuna” , e anch’io qualche anno fa me lo sarei detto ( anche se la Sig.ra Fornero o chi per lei avesse fatto altro nella vita non mi sarebbe dispiaciuto)… Ma in un periodo come questo, dove la cosa che cerchi di più è il contatto con il mondo, ma non si può, dov’è la fortuna. Ben venga il sogno..

Giancarlo Fercioni

HELLZAPOPPIN’

una delle mille locandine del film

Forse nel decennio di vita di questo blog, anche se su siti differenti, l’ho già usato come titolo. Però è giusto spiegare a chi non ha visto questo film di che cosa tratta e perchè lo uso per l’ennesima volta. Il film è l’antesignano dei film dell’assurdo. Cercare di spiegarlo è come cercare di snodare una matassa ingarbugliata. Ci sono delle situazioni a tormentone, delle uscite dal racconto che racconta se stesso, assurdità dichiarate e mischiate apparentemente senza senso. Questo a grandissime linee: perchè la uso per questo post è presto detto, questo è decisamente un periodo incasinato in cui tutto si mescola con tutto. Probabilmente l’essere andato in pensione ha aperto spazi che devono essere riempiti in modo razionale o comunque sensato e se questo non accade diventa uno spazio libero per annunci. Come quei cartelloni nelle strade di periferia, poco trafficate e quindi invenduti… Forse perchè sto cercando di riempire il tempo con quello che facevo prima per lavoro e in questo periodo non è che la cosa mi stia riuscendo, quindi stress, quindi alternanza di stati d’animo, quindi poca concentrazione e quando faccio qualcosa non è che venga proprio bene… Per fortuna Mou e Sky, i miei otto zampe, mi occupano per bene e mi costringono almeno a muovere. Perchè il giochino dello stress è quello di toglierti i contatti con il mondo esterno, in modo da essere più ricettivo possibile nei confronti di disturbi il più delle volte inesistenti o comunque originalmente poco consistenti. Loro mi fanno incontrare altre persone, parlare, interagire e questo mi mantiene nel giusto equilibrio. Nonostante l’Hellzapoppin’ che mi porto dentro.

PASSATO NON PIU’ REMOTO

Voglio essere onesto (come se uno dichiarasse se essere falso o no…): ho sempre paura delle rimpatriate.
E’ come tornare dopo tanto tempo in un luogo dove hai passato una grossa fetta della tua vita e scoprire che è quasi tutto diverso, che non c’è più quella tal cosa, quel posto, che fai fatica a riconoscere posti e persone.
Per questo quando sono stato contattato da diversi compagni tramite un social (adesso si può), all’inizio ero scettico. Scettico però curioso. Perchè la mia storia scolastica, sopratutto delle superiori, è stata piuttosto movimentata. Perso un anno in terza liceo quando dovetti smettere di frequentarla per aiutare i miei andando a lavorare, una volta trasferitomi di scuola e casa ripersi un altro anno grazie esclusivamente a me ed a un professore ligio al “dovere” che ancora ringrazio…
Trasferito di sezione mani e piedi, mi trovo bene accolto da questo gruppo di ragazzi estremamente uniti e qui concludo, finalmente in modo positivo il ciclo scolastico.
Per dire come ho vissuto questo anno da esule, agli orali della maturità avevo una vera e propria claque della classe alle spalle . Alla fine dell’esame non c’era più nessuno perchè alle prime domande avevo cominciato a rispondere fluentemente e il gruppo d’ascolto era stato tranquillizzato: non avevo bisogno di supporto.
Oggi la difficoltà da affrontare era un’altra Il problema ora era riconoscersi. Perchè una cosa è rimanere diversi anni insieme e un’altra solo uno smilzo annetto. Invece, nonostante gli anni e qualche segno del tempo sui volti e sui capelli di ognuno , una buona metà dei compagni di scuola li ho riconosciuti. Magari non ho collegato subito i nomi , però le facce si e poi, dopo le prime chiacchiere, sono tornati in mente nomi, episodi, storie e via rimembrando.
Insomma, invece di aver paura di ricordare ho ricordato senza paure il passato.
E per concludere citando Giovannino Guareschi “…il che è bello e istruttivo…”

PROMESSE, PROMISES

Mi sembra di essere tornato indietro di qualche decennio, quando parlavi con qualcuno che ti diceva:…”guarda, non ti preoccupare, ci penso io, ritienilo già fatto, non ci sono problemi…”. Per scoprire poi che i problemi non ci sono perchè la persona in questione si è ben guardata dal fare quello che aveva detto.
Solo che quando te lo dicono a vent’anni ti serve per imparare a non fidarti di tutto e di tutti, insomma è una lezione per il futuro…
Quando questo succede quarantacinque anni dopo, l’effetto è molto amplificato. Se poi a farti queste promesse sono perone di cui ti fidi e ti sei fidato in passato ti scoppia letteralmente il pallone in mano.
Anche perchè questo avviene in un momento della tua vita nel quale devi decidere cosa fare, un pò come quando scegli un indirizzo scolastico.
Con la piccola differenza che dopo la scuola hai il tempo e l’energia per fare, nel caso, più tentativi e più scelte.
Mentre quando vai in pensione devi decidere come impiegare le energie e il tempo (per citare il timer di Alexa) “residuo”!
L’importante è non lasciarsi prendere dallo sconforto e da tutta la fase negativa che ne potrebbe seguire, perchè se devi riprenderti da un episodio negativo è una cosa ma se devi anche combattere con te stesso, diventa una battaglia difficile da combattere e vincere.
Il nemico numero uno è il divano, luogo dove tutti i pensieri ingarbugliati si aggrovigliano ulteriormente, se questo non è frequentato dai tuoi cani in cerca di coccole. Allora i nodi si allentano e un poco di serenità si riaffaccia tra i peli morbidi e i nasi umidi. Niente roba chimica un sano naso umido e una zampa insistente che ti chiama sono più che sufficienti per spezzare il loop negativo. Poi bisogna rimettersi in moto, ma quello, se non lo fai in salita è più facile.

DUE MESI E POI?

Il Forum di Assago

Ogni volta che mi capita di parlare con qualcuno e di dirgli che sono in pensione, la reazione, 99,9% è sempre del tipo : beato te, cosa darei per esserci ecc. E invece , per quanto non avere più obblighi verso il proprio datore di lavoro sia sicuramente una bella cosa, se non ti organizzi il tempo non è così.
Il cazzeggio è sicuramente, nei tempi brevi , divertente e addirittura entusiasmante. Però deve essere una finestra all’interno di una riorganizzazione successiva del tempo. Amplificare insomma quelli che prima erano degli hobby che raramente riuscivi a fare continuativamente.
Oppure scavare nelle cose che in passato ti sarebbe piaciuto provare a fare, e scoprire se era solo un sogno oppure no. Il guaio è quando ne hai troppi di desideri e a quel punto devi esser bravo a capire quali scegliere e quali scartare.
Poi c’è un altro modo di affrontare la cosa, quello pratico e cioè reinventarsi un’occupazione, un lavoro. Insomma monetizzare la cosa. Ovvio che tutto questo dipende anche dall’energia che uno ha ancora e la voglia di rimettersi in gioco. Se c’è , per me è la scelta migliore. Ti fa sentire utile, vivo e poi qualche soldino da aggiungere a quelli dati da papà Inps non guastano… Io sto facendo quello che avevo fatto all’inizio dell’università : dare subito quegli esami che combinazione appartenevano al piano di studi dell’ultimo anno delle superiori. In questo caso fare part time qualche regia di eventi, sportivi e non.
Il fatto che possa essere una buona scelta lo dirà il mio prossimo 730 …

Giancarlo Fercioni
Libero Pensionista @