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back to the past

Sto parlando (scrivendo) di un passato recente che parla di un passato lontano.
Come al solito se non complico le cose non sono contento… Spulciando i commenti di chi si è iscritto a questo blog, mi è capitato di rileggermi in un post che trattava di mio padre, mio papà (come si dice al nord) o il mio babbo (come si dice nella terra di origine della mia famiglia, la Toscana)… E il magone è spuntato come il virus di questi giorni.
Premessa: il post di cui sopra s’intitola “Aldì” , facendo il verso ad una canzone struggente che Fabio Concato aveva dedicato a suo padre “Gigì”.
Allora nasceva da un momento di riflessione e di malinconia per tutto quello che non avevo potuto condividere con mio padre Aldo, scomparso quando avevo 22 anni, giusto l’età in cui smetti di essere un bischero supponente convinto solo di te stesso e ricominci a capire che importanza hanno i tuoi genitori, per le cose che ti hanno insegnato e per quelle che ti hanno fatto capire che non era il caso di fare.
Adesso per esempio, in piena crisi sanitaria mondiale, loro che avevano passato momenti come la Seconda Guerra Mondiale: mio padre reduce dalla campagna di Russia con in regalo un congelamento della retina e molto vicino alla cecità e mia mamma infermiera negli ospedali militari con ricordi terribili ma un bagaglio di esperienze tali da riuscire a tirar su due figli ben dritti e onesti alla scomparsa del padre, ci avrebbero sicuramente indicato l’atteggiamento e la strada giusta. Cosa che spero di aver fatto con mia figlia…
Spero di aver capito, in quei purtroppo pochi anni condivisi, i messaggi di mio padre, fortunatamente rinforzati da quelli di una mamma inossidabile e che avrei voluto eterna, che comunque ci ha accompagnato fortunatamente per tanti anni. Mai abbastanza.
Ora spero che quello che ho sedimentato di questi insegnamenti, di essere riuscito a passarlo a mia figlia, continuando a raccontare l’importanza delle cose ed il modo giusto di viverlo ed affrontarlo…

MIX DI EMOZIONI

Da Natale fino alla fine di Gennaio, sono emozioni che si palesano, a volte lievi o a volte più intense. Quella che non vorrei provare è quella che riguarda la persona nella foto: mia mamma, che il 10 di questo mese se n’è andata in silenzio ormai diciassette anni fa e nonostante comincino ad essere tanti è come se fosse ieri. L’attesa di una telefonata che quotidianamente ci facevamo che non arriva. Provo più volte a chiamare io con lo stesso esito. A questo punto chiedo a una persona cara che stava vicino a lei di passare e provare a citofonare e niente. Il resto è facilmente immaginabile. Io ero talmente sconvolto che una parte di quella sera l’ho rimosso e se non ci fossero stati mia moglie e altre persone care non sarei stato capace di affrontare la situazione. E questa emozione si ripropone ogni anno in questi giorni, alleggerita un pochino dal 13 e dal 14 gennaio, il mio compleanno e quello di mio fratello che a furia di chiedere a suo tempo un fratellino, se lo vide recapitare quasi per il suo decimo compleanno… Poi ci sono tanti piccoli contorni, le feste passate con la famiglia, le telefonate tra me e un mio amico e compagno di classe, nati a pochi giorni di differenza e che non ci dimentichiamo mai di farci. Insomma, come ho intitolato questo post: un mix di emozioni. E’ vero che emotivo come sono è difficile evitarle, basta che capiti o che veda qualcosa che tocca le mie (troppo) sensibili corde e il groppo allo stomaco o l’occhio che si appanna o, peggio ancora, la voce che si spezza mentre le racconto. Quest’anno, insieme a tutto questo, siamo riusciti a organizzare una rimpatriata di famiglia, cosa rara e quindi anche tanto importante. Non siamo più in tanti purtroppo ,a questo l’ha resa ancora più particolare ed emozionante, anche perchè c’era anche la prima arrivata della nuova generazione…

10 gennaio…

Aldo Fercioni e Graziella Busatti 
Isolaccia

Perché 10 gennaio e chi sono le due persone inquadrate nella foto? Sono mio papà Aldo Fercioni e mia mamma Graziella Busatti. La foto è stata scattata ad Isolaccia, una località vicina a Bormio, che prende il nome dal fatto di essere all’interno del fiume Adda che in quel punto si biforca formando appunto una specie di isola. Posto fantastico per i cercatori di funghi. E anche per farsi mordere dalle vipere. Tornando alla data, che precede di tre giorni il mio compleanno, è una data che vorrei per un verso cancellare. In quel giorno, 16 anni fa, se ne andava mia mamma, dopo quasi 82 anni. Purtroppo da sola, anche se, secondo i medici, senza rendersene conto. La foto comprende anche mio papà perché lui e un suo caro amico per festeggiare insieme il compleanno (che in realtà compivano il mese prima) e per togliersi un anno, festeggiavano oggi 10 gennaio in corrispondenza del loro comune onomastico, S.Aldo. Il succo di tutto ciò è una malinconia profonda che non riesco a rimuovere e che con l’avvicinarsi di questa data diventa un vero e proprio malessere. Il lato positivo è che finché loro ci sono stati, posso dire di avere avuto dei genitori meravigliosi, per quello che sono riusciti ad insegnarci nonostante un ambiente che ci avrebbe potuto fuorviare, e per il senso della famiglia che è ancora alla base di tutto quello che faccio nella vita.