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DUE MESI E POI?

Il Forum di Assago

Ogni volta che mi capita di parlare con qualcuno e di dirgli che sono in pensione, la reazione, 99,9% è sempre del tipo : beato te, cosa darei per esserci ecc. E invece , per quanto non avere più obblighi verso il proprio datore di lavoro sia sicuramente una bella cosa, se non ti organizzi il tempo non è così.
Il cazzeggio è sicuramente, nei tempi brevi , divertente e addirittura entusiasmante. Però deve essere una finestra all’interno di una riorganizzazione successiva del tempo. Amplificare insomma quelli che prima erano degli hobby che raramente riuscivi a fare continuativamente.
Oppure scavare nelle cose che in passato ti sarebbe piaciuto provare a fare, e scoprire se era solo un sogno oppure no. Il guaio è quando ne hai troppi di desideri e a quel punto devi esser bravo a capire quali scegliere e quali scartare.
Poi c’è un altro modo di affrontare la cosa, quello pratico e cioè reinventarsi un’occupazione, un lavoro. Insomma monetizzare la cosa. Ovvio che tutto questo dipende anche dall’energia che uno ha ancora e la voglia di rimettersi in gioco. Se c’è , per me è la scelta migliore. Ti fa sentire utile, vivo e poi qualche soldino da aggiungere a quelli dati da papà Inps non guastano… Io sto facendo quello che avevo fatto all’inizio dell’università : dare subito quegli esami che combinazione appartenevano al piano di studi dell’ultimo anno delle superiori. In questo caso fare part time qualche regia di eventi, sportivi e non.
Il fatto che possa essere una buona scelta lo dirà il mio prossimo 730 …

Giancarlo Fercioni
Libero Pensionista @

NEL DUBBIO MI ASTENGO?

ultimo tattoo: un omaggio al grande Mordillo

Oggi i temi da trattare oscillavano tra il serio e il serioso. Il faceto no, perchè di questi tempi c’è poco da ridere a guardarsi in giro e quindi per scrivere di qualcosa si finisce o sullo sport o sui massimi sistemi. E questi ultimi viste le quattro ore passate sul sedile di una macchina con dei colleghi per un sopralluogo al Palasport di Verona che sarà teatro di un torneo pre-Mondiali con la Nazionale Italiana di Basket, sono stati argomenti di chiacchiera e discussione. Anche se la conclusione è stata comune e abbastanza catastrofica, ci siamo arrivati ognuno per la propria strada e la soluzione prevede un reset a base di onestà, fine dell’ingordigia, con un capitalismo illuminato in cui la fame di soldi e potere sia tenuta a bada da regole precise ma che rimanga come stimolo per crescere.. Insomma demanagerare il più possibile le aziende che da queste figure hanno avuto alla fine, solo danni.. Il titolo? Nasce dal giro fatto sui social e sui gruppi che seguono il basket che , come tutti gli sport di squadra, in questo periodo fanno parlare sopratutto di mercato giocatori in vista degli prossimi campionati e quindi rischi di fare la copia della copia della copia di tanti altri blog e siti. Poi ho realizzato che se sto sulle opinioni dando per buono quello che leggo allora non rischierò di essere il doppione di nessuno. quindi: non mi astengo. La notiziona per il basket italiano e in particolare per chi tifa Milano è quella del “quasi” arrivo del Chacho Rodriguez, uno dei Playmaker puri più dominanti di quest’ultimo decennio. Una figura che mancava da molto tempo. Poi noi milanesi in questo ruolo abbiamo dei discreti confronti… Altra buona notizia (se va in porto ) è l’arrivo dal Maccabi di Roll, giocatore e tiratore, solido e che quando ha giocato contro di noi , ci ha sempre fatto. del male e poi… e poi c’è Messina e questo dovrebbe bastare. Poi quando comincerà il campionato, finirà l’apnea e si potrà respirare.

tanto per concludere…

perplessità….

L’ultimo post trattava di basket, del fatto che il mio primo blog trattava di questo argomento, e ho scritto qualche riga a proposito. In questi giorni, Si sono giocati i playoff , o meglio, ha giocato soltanto una squadra: quella avversaria di Milano ovvero Sassari.. Complimenti, per il passaggio alla fase successiva dei play-off ovvero le finali. Complimenti, ma con le virgolette, a Milano che è riuscita a buttare nello scarico anche l’ultima possibilità di rivalutare la stagione, ovvero vincere il campionato. Del perché e del per come se ne sta scrivendo ovunque, sui social, sulla carta stampata, se ne parla per radio, televisione un po’ meno ma se ne parla comunque, sicuramente non bene. Non voglio fare l’esperto della situazione perché non lo sono. Sono uno che ha lavorato nel basket per trent’anni dirigendo le riprese del basket italiano ma non pretendo di essere considerato uno esperto… Sono uno che dice la sua visto che qualche idea me la sono fatta. Punto primo: la gestione è stata assolutamente insufficiente e inefficiente. Hai una squadra che, sulla carta ha tutti gli elementi per essere una spanna superiore alle altre in Italia, e giocarsela bene in Europa. Hai una squadra che ha delle ottime possibilità finanziarie e (per adesso)la volontà del proprietario di metterle in campo qualora fosse necessario. Hai tutti i pro, e i contro sembrano minimi… e vinci la Supercoppa? E basta? Fuori dai Playoff d’Euroleague. fuori dalle Final 8 di Coppa Italia e sweeppata da Sassari con un meritato 0-3… Ho passato la sera e la mattina (forse l’ho anche sognato) a leggere tutto quello che è stato scritto su Milano e i suoi demeriti ed è difficile non essere mediamente d’accordo con la maggior parte dei commenti. Il Flop è stato principalmente gestionale, cioè societario (mancando fisicamente la figura del General manager a cucire e a tenere ordine in tutto l’ambaradan e nelle scelte (o “non scelte”) dell’allenatore. I giocatori c’erano, quest’anno c’erano. Qui non ripeto la lista della spesa: chi segue il basket lo sa. Come è stato impostato il (non)sistema di gioco, il (non) sistema difensivo, la scelta spesso di affidarsi al 1vs1 tanto abbiamo i giocatori per farlo, è stata una scelta scellerata e perdente. La gestione dei titolari con il metodo “spremuta d’arancio” non è stata la cosa più intelligente: hai sfondato i titolari con minutaggi alla Caja e hai demotivato tutti gli altri con rotazioni inesistenti. Riuscendo nell’intento che nei rari momenti in cui sono entrati in campo sono risultati dannosi. Ora le notizie danno dimissionario Proli ( ma era già stabilito, la sconfitta non c’entra) e il Coach confermato… Confermato?????

dai, lasciatemelo fare…

INAMRA tutto a rovescio…

Per una volta, una sola volta, poi torniamo agli altri argomenti…
Lasciatemi tornare al primo argomento per il quale avevo cominciato a “bloggare” una volta : il basket e in particolare la mia squadra del cuore, l’Olimpia Milano. Premessa per i non addetti ai lavori o al tifo: Milano quest’anno aveva messo in piedi una squadra con budget stratosferico, giocatori di altissimo livello, una coppia di centri giovani che potevano ( e finche non si sono infortunati hanno fatto) la differenza anche a livello Europeo. Un One Man Band come Mike James, guardie di altissimo livello ed esperienza come Nedovic e Micov, Jerrels, un 4 che è stato MVP del campionato come Brooks, un altro che in passato ha ammazzato la nazionale italiana come Kuzminskas ed un pacchetto di italiani tutti nazionali come Burns, Della Valle, Cinciarini, Fontecchio e l’iniezione di Nunnaly, altro giocatorino da niente…
Partenza con la prima manifestazione, la Supercoppa: vinta a mani quasi basse. Prima fase dell’Eurolega: le prime 10 partite vedono un 6 vinte e 4 perse, incontrando tutte le più forti della manifestazione e idem sul campionato, dove la prima sconfitta arriva dopo tredici W, con Avellino. Sembra tutto girare in modo quasi noioso: in Campionato non c’è storia, in Eurolega siamo tranquillamente in zona Playoff, aspettiamo la Coppa Italia come una formalità con tutti i media che strombazzano la superiorità imbarazzante della squadra. Poi cominciano con i primi infortuni i problemi, prontamente (!) tamponati. Gli infortuni dei lunghi? Pronti, c’è Omic (!). Quello di Nedovic lungodegente, dopo un tot arriva Nunnally anche per tamponare un Micov spremuto da un minutaggio esagerato. Intanto si comincia a perdere più di un colpo in Eurolega e la Coppa Italia se ne va contro Bologna. Il Campionato sembra essere rimasto l’unico terreno dove spadroneggiare, ma anche lì alcune prestazioni mostrano la corda. L’Eurolega dove per un incidente di percorso perdiamo l’ottavo posto, l’ultimo valido per entrare nei playoff, prosegue senza Milano. Tagliando corto, è storia di questi giorni il 0-2 subito in casa da Sassari, con l’ultima partita che grida vendetta per gli errori di gestione del finale. Avanti di tre, palla in mano a Sassari con pochi secondi, dovresti fare fallo per evitare un tiro da tre. Appunto, no fallo, raddoppio, tiro da tre e supplementari… Ultimi cinque minuti bolliti, parziale inverecondo e vittoria di Sassari.
Che se lo è meritato, e se continua così io la vedo vincitrice del campionato.
Spero che la prossima stagione (e il prossimo allenatore e il General Manager) siano migliori… Non ci vuole molto.

SI RIFLETTE…

…in un modo o nell’altro…

…e per farlo bisogna macinare tempo e meningi… Perchè scrivere per scrivere è come parlare per parlare. Riempi file (o fogli, se sei analogico) al posto della bocca e delle orecchie di chi è costretto a sentirti, ma l’effetto è uguale: vuoto cosmico e per niente comico, se non involontariamente.
In questi giorni di pausa-blog ho rivisto vecchi amici, nuovi sconosciuti e persone potenzialmente amiche prossime. E questo mi ha consentito di ragionare, riposare e realizzare un pò di idee e concetti. Se poi abbiniamo a tutto ciò il fatto che lavorativamente è la settimana più scarica dell’anno e quindi anche sul posto di lavoro c’è stato tempo di pensare, direi che non ci si può lamentare. L’unico lato negativo è che col poco da fare ci sono anche pochi stimoli. Il patatone fotografato è stato bravissimo, un vero e proprio Mou Special Can … e quindi anche lui non ha dato spunti se non quello di rilassare e rilassarsi… Se proprio vogliamo trovare qualcosa di negativo, dobbiamo andare a trovare la mia squadra di basket, l’Olimpia Milano, che ha perso l’unica partita che non poteva permettersi di perdere e lo ha fatto anche nel modo più evidente, con Coach Pitino in panchina e Nick Calathes sul campo a spiegarci come si giocano e si allenano queste partite. Ora siamo in quel momento in cui quelli bravi scrivono “… non tutto è perduto, però…” E’ il però che mi preoccupa…

fusse che fusse la vorta ‘bbona?

nuvole?

Cito volentieri Nino Manfredi, un pò perchè ci sono cresciuto con la sua bonaria ironia, il suo grande volto e quella inevitabile simpatia che generava il solo vederlo e un pò perché qui al nord, la pioggia, la invochiamo da mesi in tutti i modi possibili.

Stamattina un’apparizione: nuvole, accompagnate da un altro indizio di pioggia, il suono di auto (o moto) che provano sulla pista dell’Autodromo, pur in assenza di vento… Poi durante la abituale passeggiata con Mou, quell’odore tipico della pioggia che ci ha fatto accorciare il giro trasformandolo in giretto.

Lo so che non sempre quello che scrivo fatica ad essere interessante, ma è un atto di onestà nei confronti di chi legge. Un blog, per me, è un diario quotidiano che, come è quello che viviamo, a volte interessante e molte altre normale, semplice, qualche volta banale.

Potrei tornare a parlare di basket da tifoso, visto che da addetto ai lavori lo sono sempre meno data la carenza di eventi di questo sport nella televisione per la quale lavoro. Le finestre della Nazionale sono terminate, fortunatamente con la qualifica ai Mondiali che si, manderemo in onda ma per ora non si sa con quale formato. Dubito che vedrete un Fel-cio-ni versione esportazione, a meno di un cambio di orientamento editoriale con relativo implemento di budget…

Reduci da una passeggiata contro Torino, con la formula small-ball sempre più convincente, grazie al ritorno dei due lungodegenti Nedovic e Tarczewski e ad un utilizzo più consistente degli italiani spesso panchinati durante la stagione, l’Olimpia si accinge ad affrontare ben altri impegni. Tipo il CSKA a casa loro, impegno da mente sgombra, dove si potranno testare i maroni della squadra, senza aver paura di sbagliare, dove la formula forzatamente usata del quintetto piccolo potrebbe generare quel sassolino che inceppa le macchine altrui. L’importante dovrà essere la continuità nell’intensità, ovvero giocare così per tutto il tempo della partita. Anche per convincersi sempre di più delle proprie possibilità…

a spizzichi e bocconi…

vecchio banner del vecchissimo sito…

Mi viene la tentazione di tornare a spettegolare di basket, anche se non legato alla televisione, perché attualmente lo standard intermedio è sicuramente migliore di qualche tempo fa… Non perfetto ma migliore sicuramente. Sopratutto , dopo averne lette di tutti i colori riguardo ai miei … colori (bianco e rosso, ça va sans dire), qualcosa ho la tentazione di scriverne pure io. Ma cominciamo dall’inizio, squadra: Ax Armani Milano. le cose che si sentono più spesso: formazione illegale per il campionato, incerta in questo periodo in Eurolega. Le cause: incapacità dello staff a gestire le rotazioni dei giocatori, gli infortuni, pochi giochi a disposizione della squadra che spesso, a giochi rotti, si intestardisce in 1 contro cinque ecc. Il vero problema è che noi tifosi più o meno datati, siamo stati viziati da una squadra che ha sempre messo l’anima in campo anche nei periodi più grami e quindi non ci sembra vero che, adesso che il budget è il più consistente in Italia e uno di fascia medio alta in Europa, manchi l’anima della squadra. Olimpia=sputare sangue una volta, adesso si gioca a segnarne uno in più degli altri, che è molto pericoloso, anche se hai la batteria di tiratori più forti in assoluto. Capita la giornata in cui le energie latitano e il braccino s’accorcia e sei fatto. Se questo poi accade in qualche partita “secca”, come in Coppa Italia per esempio, butti letteralmente alle ortiche mezza stagione. E se togli dalle rotazioni una fetta di giocatori che il campo lo vede solo negli allenamenti, non ti puoi lamentare se quando entrano sembrano persi… Lo sono. E non si sono imbrocchiti improvvisamente, giocare in una squadra non è come andare in bicicletta, non reimpari subito, devi mettere a posto il sellino, il manubrio, regolare i rapporti del cambio… Se la bici l’ha guidata un’altro fino a quel momento e tu non tocchi i pedali, o ti trovi il manubrio tra i denti e con una pedalata fai mezzo metro, non puoi pretendere che vinca le gare… Non voglio fare il cerchiobottista, ma in effetti sono un pò tutte queste concause che contribuiscono a non fare girare le cose come dovrebbero (o potrebbero… ). Infortuni si, poche rotazioni quindi titolari sgonfi e panchinari fuori dai giochi pure, sfiga (quella non manca mai), poi la sensazione che lo staff non abbia in mano la squadra e di riflesso qualche giocatore che non dia retta allo staff. Totale della somma, qualche sconfitta che può complicare una stagione cominciata magnificamente ma proseguita in calando…

Oggi parliamo (scriviamo)di basket…

Il mio vecchio blog  si intitolava così…

Oggi un ritorno alle origini… Per chi mi conosce, non è una novità che parli o scriva di basket: fino all’anno passato questo sport occupava l’80% del mio lavoro e dei miei interessi extra familiari. Poi scelte aziendali non hanno consentito un proseguimento con questi ritmi. Ora, una partita ogni mese e mezzo circa e solo della Nazionale fino alla qualifica dei mondiali. Poi si vedrà. Magari col passaggio della maggioranza azionaria a ComCast cambieranno le scelte, ma per ora la situazione e questa. Anyway, trattiamo di basket giocato: stasera c’è stata quella che per diverse stagioni era diventata una partita di cartello, Sassari contro Milano. La teoria (ma anche i numeri) spiega che nel campionato attuale si gioca solo per il secondo posto, che Milano ha un altro passo e peso, che il budget ecc. ecc. E da appassionato di basket, vedo che purtroppo è così. Perché se c’è una sola squadra cala inevitabilmente l’interesse, gli sponsor non investono più volentieri e il loop negativo porta solo più in basso. Oggi c’è stato un quasi miracolo: forza forse della Sardegna che supporta la sua unica squadra di serie A, forse il gran lavoro di motivazione da parte di Coach Esposito, forse semplicemente la voglia di battere qualcuno più grosso e forte di te , ma quasi ci riuscivano. Paradossalmente, pur essendo tifoso da sempre dell’Olimpia, mi è quasi ( ho scritto quasi…) dispiaciuto. Non diciamo quella bischerata da cronisti del tipo “… peccato che non c’è il pareggio… “.Il pareggio non ci dovrebbe essere in nessuno sport: si compete per vincere. De Coubertin avesse allenato una qualsiasi squadra di qualsiasi sport si sarebbe rimangiato le sue affermazioni. Che nella competizione ci debba essere correttezza e fair play, certo, ma la competizione resta. Magari perdo e riconosco che l’altro è stato migliore di me, ma ci ho provato fino all’ultimo. L’importante è partecipare va messa alla stessa stregua del denaro che non fa la felicità: mezze verità che non dichiarano l’altra metà delle affermazioni. Se partecipo, lo faccio per vincere. Certo che se non partecipo non lo posso neanche tentare. Così come la storia del denaro: senza è molto, ma molto più difficile essere felici. Non ho detto impossibile attenzione, ma sicuramente se non hai problemi di sopravvivenza, sei sicuramente più sereno (che è un gradino più vicino alla felicità)… Tornando al basket, supplementari e vittoria di un punto per Milano. E mi sono molto divertito. Questo è l’importante.