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SPERIAMO PER LE NUOVE GENERAZIONI…

Il Planetario di Milano negli attuali Giardini Montanelli



Ho trovato in una vecchia memoria di diversi anni fa, dei post di un Blog poi piantato a metà… Siccome molte cose le condivido ancora, ve li ripropongo:

.. Perché la mia generazione ha macinato problemi ma ha anche avuto tante fortune. Intanto i nostri genitori sono sopravvissuti ad una guerra: e per sopravvissuti intendo usciti con la voglia di vivere, e ce l’hanno trasmessa.
Abbiamo imparato a vedere e vivere tutto come delle novità, come delle sorprese. Ogni cosa è stata ed è tutt’ora una sorpresa, e la cosa positiva è che facevamo a tempo a digerirla, assimilarla e metabolizzarla.
Ora le nuove generazioni non riescono più a stare dietro alle novità e non se le gustano più, è tutto scontato. Un affamato di informazioni com’ero io, che passava ore sui libri e sui dizionari e sulle enciclopedie, avesse avuto accesso ad Internet, non so come sarebbe andata a finire.
La musica ce la gustavamo: io passavo ore di notte con la radio ad onde medie sintonizzata su Radio Luxembourg, che trasmetteva alcune ore in inglese le novità che (forse, Rai permettendo) sarebbero state trasmesse chissà quando. Poi di giorno su Radio Montecarlo (quella originale, con Awana Gana, Luisella, Jocelyn, Herbert Pagani). I pomeriggi passati a pattinare sulla pista in cemento vicino al Planetario, nei Giardini Pubblici (ora Indro Montanelli) di Milano, con merenda al Bar Bianco dove il massimo della libidine erano bicchieroni di latte a volte serviti nei primi tetrapak a forma di piramide con cannuccione annesso.
Poi le prime bici pieghevoli Graziella, camminare per tutta Milano e prendere Autobus che si chiamavano con le lettere : la O era l’attuale 61. Se volete fare un esercizio per capire come si chiamavano gli altri fate i conti… I tram no, quelli erano giá allora chiamati con i numeri e c’era sempre vicino all’ingresso un banchetto con il bigliettaio che vendeva i biglietti, mentre dall’altro lato c’era l’obliteratrice che timbrava e “mangiava” un pezzo di biglietto.
Ad un certo punto, nel ’64 venne inaugurata la prima metropolitana: ricordo che io insieme a mia nonna andammo avanti e indietro per tutto un pomeriggio in uno dei giorni successivi all’inaugurazione. Parentesi, letto adesso su Wikipedia che il primo progetto a Milano venne proposto nel 1908, interrotto per la prima guerra mondiale ed idem il secondo nel periodo fascista che venne accantonato per il secondo conflitto. Entrambi prevedevano linee che si incrociavano in Piazza Duomo e venivano unite da un’altra linea circolare. Uguali a quelle odierne, vero? (…)
Le feste con gli amici ed i compagni di scuola, compagnie composte da decine e decine di persone, le prime storie più o meno importanti e il gioco della bottiglia. Quello che portava i dischi e quelli che mettevano la casa, cercando di evitare genitori e nonni curiosi. La ragazzina che puntavi da sempre e che puntualmente ” ti considerava come il suo migliore amico…”

SCI GH’ERA

La nebbia alle irte torri ….

Siamo al calembour più criptico che più criptico non si può…
Intanto per venirne a capo devi essere lombardo o conoscere il dialetto milanese, e poi, partendo da lì decodificare i vari doppi e tripli sensi.
Dicesi “scighera” da Wikipedia (scritta meravigliosamente in dialetto milanese) :
La scighera (ciamada anca gheba, nebia o burda) a l’è un fenomen meteurulogich che l’è pruvucaa de l’evapuraziun de l’aqua che la gh’è in del sör o in d’una distesa de aqua in süperfiss. A cuntat cun l’aria, el vapur de l’aqua al vegn püssee fregg e’l se cundensa in d’un areosol furmaa de gut piscininn che rifrang la lüs del suu e la fan vegnì d’un culur panaa (bianch). D’Inverna in de la pianüra padana al càpita de spess che ghe sia la scighera, suratüt dopu che’l cala o ‘l leva sü el suu.
Fantastico: trovare una voce dialettale spiegata in dialetto da Wikipedia è fantastico. Un applauso a chi ha stilato e chi ne ha approvata la pubblicazione.
Come l’ho scritta io nel titolo del post vuol dire ” c’era lo sci”, in riferimento che nelle ultime stagioni di neve se n’è vista pochina.
Adesso con le ultime perturbazioni , tutti ci auguriamo che se ne sia depositata a sufficienza. Intanto l’umidità e le piogge di questi giorni hanno provocato il fenomeno che potete vedere nell’immagine in testa a questo post: appunto la “scighera”, la nebbietta bassa provocata dall’evaporazione dell’umidità…
Insomma. abbiamo avuto un Novembre tra i più piovosi degli ultimi decenni, con conseguenze anche drammatiche in tutta l’Italia e in molte nazioni europee.
La domanda adesso è : Dicembre come sarà? Sci Gh’Era o Gh’in no?
Ai Posteur l’ardua sentenza.

MetereOantipatico

Pont de peder, il ponte di pietra al Parco di Monza

“...La meteoropatia, dal greco μετέωρον e πάθος, è un termine che sta a indicare un insieme di disturbi psichici e fisici di tipo neurovegetativo che si verificano in determinate condizioni e variazioni del tempo meteorologico o delle condizioni climatiche stagionali…” (Wikipedia)
Giusto così, per cominciare con una definizione, che fa tanto figo e acculturato… Durante un giro, il solito giro della mattina, insomma la passeggiata con Mou, per capirci, esco e mi trovo anzi, ci troviamo, sotto un cielo lattiginoso, un sole pallido e smorto. Immediatamente crolla tutta la buona volontà di partire con un sorriso, di cominciare bene la giornata… Arriviamo indenni, sino all’entrata del parco dall’ingresso del dosso, quello piccolino che si apre su prati grandissimi. Purtroppo non riesco neanche a portare Mou a giocare con gli altri cani vicino all’ingresso del parco. La buona volontà c’era, ma una signora, neanche in modo maleducato, mi ha ricordato che il suo cane, anzi la sua cagnolina non andava d’accordo con Mou e quindi ho visto sul suo muso la tristezza, visto che pregustava i giochi che avrebbe fatto con gli altri suoi amici… Capita! Poi facciamo le rive del Lambro dove stanno ammonticchiati tanti alberi spezzati dalla intemperie e tagliati … È sempre un posto affascinante, con questa luce, potrei dire anche un po’ tetro, comunque è un giro che vale la pena di fare spesso. Tra una radura e l’altra avanziamo in mezzo alla natura, il sole è sempre pallido. Adesso stiamo costeggiando le mura del parco facendo attenzione a non inciampare nei miliardi di rami che sono ammonticchiati (parola grossa, più che altro mollati in giro) , alcuni addirittura messi di traverso sui sentieri costringendoci a scavalcare modello barràge a cavallo… Dove voglio andare ? In senso fisico a casa mentre in senso traslato su quello che vi sto raccontando non lo so neanch’io quindi continuiamo il nostro giro e se succede qualcosa poi , ve lo racconto.

…un pò per lavoro e un pò per celia…

lucciole per lanterne…le lanterne ci sono…

Una pausetta di qualche giorno durante il quale casa mia si è trasformata in un cantiere… Cambiamenti e traslochi interni, spostamento mobili con tutto quello che c’è sopra: soprammobili, centinaia di libri e altro. Smontaggio o spostamento di alcuni di questi, imbianchino per casa, nessun posto camere da letto a parte agibile o fruibile, scatole, scatoloni, scatolette e rotture di scatole ovunque. Un buon motivo per non avvicinarsi ad una tastiera no? Anche perché io ho le dita grosse e i ditoni non vanno molto d’accordo con i tastini degli smartphone… Cos’è successo di rilevante nel post-Natale sino al pre-Capodanno?Routine, a parte i preparativi per quello di cui sopra e i tentativi di addestramento di Alexa, regalatami da figlia e genero. Sto cercando di capire se sono io che cerco di addomesticare questo “assistente personale intelligente”, così lo definisce Wikipedia, o è lei(lui?) che lo fa con me… Di sicuro qualcosa di utile lo fa, come Siri o gli altri assistenti virtuali: se t’incavoli, hai una valvola di sfogo che non se la prende, ti butta fuori di casa o peggio… Al massimo ti risponde in modo molto urbano e inglese l’equivalente di “… ma perché mi dici questo…?” Intanto l’inverno dal punto di vista meteorologico e la sua immagine tradizionale si fa attendere : come potete vedere nella foto che introduce questo post, albe su albe una più spettacolare dell’altra con temperature molto lontane da quelle normali del periodo e passeggiate con Mou che cominciano incappottati, sciarpati e imberrettati e finiscono con giacconi slacciati, sciarpe , berretti e guanti infilati nelle tasche a farti sembrare un canguro con marsupio… Altra attesa, vedere per esempio se i divieti e le segnalazioni dei vari comuni a non usare i botti verranno seguite un pò di più. Alla loro scomparsa non ci spero, però magari cominciare a capire che fanno più male che bene, sarebbe già un passo avanti. Sarà il primo capodanno senza il pauroso Jolly, che ci ha lasciati durante questo brutto 2018. Ti creavamo una zona della casa in cui potevi stare sentendo il meno possibile il rumore che ti terrorizzava… Speriamo in un anno che tenda a migliorare qualcosa, senza proclami, diciamo con la volontà di fare qualcosa di positivo, qui e nel mondo…