Archivi tag: Birdland

birdland

Squirrel in the Park

Quincy Jones non se n’avrà a male se intitolo questo post così, anche perché avrei potuto chiamarlo “cat’s squirrel”, che io ho conosciuto nella versione dei Jethro Tull di Ian Anderson, ma scritta da Doctor Ross nel ’61 e rifatta dai Cream nel ’66. Che c’entra?In realtà poco o niente perchè queste note le scrivo con l’aiuto sonoro di un mio vecchio iPod stracarico di musica di ogni genere: per esempio in questo momento , finito Birdland siamo andati su Carnival degli Azymuth, che per i lettori italiani è una delle musiche che sentivate in una (non ricordo quale) rubrica sportiva Rai. Però è un rincorrersi senza andare da nessuna parte in particolare… Oggi in Italia si parla sopratutto della crisi di governo: cause, concause, colpe, sua, dell’altro, dell’altro ancora, ma ora ci penso io, io sto schiscio e mi lego alla poltrona, io no perchè sono sicuro di essere rivotato… ecc.ecc.
Se volete rimanere (se lo siete ancora ) sani di mente, allontanatevi dai social per qualche giorno, siamo a livelli di derby calcistico, quando i neuroni si posizionano a seconda del colore preferito e non secondo logica.
Ma non vi preoccupate cari politici: fra pochi giorni ricomincia il campionato e tutti quelli che avevano spostato i loro bersagli sul Parlamento/Senato torneranno ad insultare obbiettivi più consoni al livello cerebrale medio e potrete continuare a mischiare le carte confondendo quei pochi che cercano di capire cosa state facendo…
Visto? Ci stavo cadendo anch’io, oh, a proposito, adesso sono Serenade to a Cuckoo di Roland Kirk ma qui eseguita dai Jethro…
Oggi è così si saltabecca da un disco ad un argomento… Dopo 4 km a spasso nel Parco di Monza vicino all’Autodromo dove si sta preparando il tracciato per il Gran Premio dell’8 settembre, chiacchierando con il mio cane e con incontri casuali ci sta.. Sopratutto dopo sei ore di diretta col Senato dove sembrava una partita di playoff negli States dove erano più quelli che si alzavano per andare (al bar? Boh!) che quelli che ascoltavano gli interventi. Meglio la musica e il Parco

song of the wind

Red Sea

Oggi è così, purtroppo non dove abito, anche se non mi posso lamentare stando a poche centinaia di metri dal Parco di Monza, vera oasi e polmone di Milano e dintorni. Oggi è la giornata mondiale degli Oceani ed a introdurla mi sono fatto aiutare dal buon vecchio Carlos Santana con Song of the Wind da Caravanserai. E’ una di quelle canzoni che da quando l’ho sentita per la prima volta nel ’72 l’ho associata alle vacanze, al mare, al viaggiare , magari con quel profumo che solo il salmastro e il mare può darti. Ognuno ha un posto speciale da abbinare quando sente certa musica, per me questo è Formentera, l’Isola d’Elba, Marsa Alam , un giro tra cale assolate raggiungibili sono grazie a qualche pescatore che ti ci accompagna (e speri poi ti venga a riprendere), un assolo di un sassofonista in una caletta microscopica di Alicudi, nelle Isole Eolie. Quelle cose che ti sembrano di per se strane, ma in quel momento sono perfettamente naturali: cosa c’è di più normale del suono di un sax proveniente da un signore seminudo in una cala nascosta? La vacanza deve essere immaginazione libera, non farsi ingabbiare dalla routine, o meglio, se è quello che vuoi in quel momento, vada anche la routine, ma deve essere quello che vuoi, non ti ci devi trovare… Anche l’Ipad che ha virato su Birdland nella versione di Jerry Douglas è perfettamente in linea. L’unico vero peccato è che le vacanze non hanno più quei tempi lunghi, dilatati, dell’infanzia. Un pò perché i costi sono aumentati e , proporzionalmente, nella maggioranza dei casi non sono aumentati i soldi che servono per una vacanza più lunga. Una volta, se facevi 15 giorni in giro era il minimo sindacale, adesso se puoi farli è se hai la casa di qualche parente al mare o perchè sei tra i fortunati che possono permetterseli. C’è anche il lavoro che non ti consente di farlo a dire la verità. La maggioranza delle aziende quasi t’impone di certi periodi di chiusura/ferie: che il più delle volte sono improponibili per i costi (agosto io non metto fuori il naso di casa) e perchè c’è il resto del mondo in vacanza. Ok che la pretesa dell’isola deserta ormai solo quello è : una pretesa. Però ci sono alternative se riesci ad organizzarti: sempre rimanendo nei periodi che noi italiani non riusciamo ad evitare, giugno (giornate più lunghe, con tempo mediamente buono) o settembre (più corte ma il mare molto più caldo, in qualsiasi posto si vada…) sono ottimi periodi. Adesso c’è Pat Metheny… Ho detto e ascoltato tutto…

Tramonto ad Abu Dabbab