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DIFFICILE…

non è l’Egitto, è un tramonto sulla statale per Vimercate…

… Mantenere il sense of humor in questa situazione. E’ vero che c’è sempre un modo di vedere le cose che può far sorridere, magari con un retrogusto amarognolo, ma sempre sorriso è, però qui e ora è difficile. Più che altro perché non se ne vede la fine, o semplicemente l’inizio della discesa che non comincia, lo scollinamento. Come quando fai un sentiero in salita e questo non sembra terminare mai, come la volta della celebre (per chi c’è stato) salita in Egitto al Monte Sinai, a vedere l’alba… Ovviamente è un percorso che fai di notte con l’aiuto di torce di ogni genere, anche perché di giorno le temperature non lo consentono. Non che la notte la situazione sia migliore, nell’altro senso: il freddo qui è freddo vero e siccome tu, turista, vieni dalle spiagge del Mar Rosso, dove , se non ci fosse l’aiuto del vento saresti arrosto in pochi minuti, diciamo che lo senti , eccome.
Tornando al tema principale, lo scollinamento di questa epidemia non c’è ancora stato e sicuramente le diatribe politiche e non sul chi, sul come e su come venirne a capo, non aiutano il personale medico che sta cercando di aiutare chi si è ammalato. Voglio rimanerne fuori da questo tipo di polemiche, non aiutano e non portano da nessuna parte. Ci sarà tempo per andare a prendere per le orecchie chi l’ha fatta fuori dal vaso e chi si è messo di traverso: ora la cosa principale è venirne fuori e al più presto. Intanto, per chi sta dando retta alle indicazioni di starsene a casa ( per fortuna , la maggioranza), cerchiamo di dare un senso alla cosa. C’è chi riordina la casa, c’è chi riscopre il piacere di leggere, riordinare i miliardi di foto che grazie al digitale infestano ogni tipo di memoria, dai computers alle macchine fotografiche, agli smartphone, agli hard disk. Oppure aggiustare quella particolare cosa che avevamo lasciato da parte perché rotta, scrivere, disegnare, imbiancare casa, insomma, fare quello che si è rimandato con la scusa di “quando avrò un attimo di tempo…”. Beh, adesso quel tempo ce l’abbiamo, ne possiamo fare di cose… Alla peggio, dormire. Schiacciare un pisolino quando ci viene voglia di farlo, non abbiamo nessuno che ce lo impedisce, non è male e non fa male a nessuno. Poi chissà che al risveglio ci sia qualche buona notizia..

song of the wind

Red Sea

Oggi è così, purtroppo non dove abito, anche se non mi posso lamentare stando a poche centinaia di metri dal Parco di Monza, vera oasi e polmone di Milano e dintorni. Oggi è la giornata mondiale degli Oceani ed a introdurla mi sono fatto aiutare dal buon vecchio Carlos Santana con Song of the Wind da Caravanserai. E’ una di quelle canzoni che da quando l’ho sentita per la prima volta nel ’72 l’ho associata alle vacanze, al mare, al viaggiare , magari con quel profumo che solo il salmastro e il mare può darti. Ognuno ha un posto speciale da abbinare quando sente certa musica, per me questo è Formentera, l’Isola d’Elba, Marsa Alam , un giro tra cale assolate raggiungibili sono grazie a qualche pescatore che ti ci accompagna (e speri poi ti venga a riprendere), un assolo di un sassofonista in una caletta microscopica di Alicudi, nelle Isole Eolie. Quelle cose che ti sembrano di per se strane, ma in quel momento sono perfettamente naturali: cosa c’è di più normale del suono di un sax proveniente da un signore seminudo in una cala nascosta? La vacanza deve essere immaginazione libera, non farsi ingabbiare dalla routine, o meglio, se è quello che vuoi in quel momento, vada anche la routine, ma deve essere quello che vuoi, non ti ci devi trovare… Anche l’Ipad che ha virato su Birdland nella versione di Jerry Douglas è perfettamente in linea. L’unico vero peccato è che le vacanze non hanno più quei tempi lunghi, dilatati, dell’infanzia. Un pò perché i costi sono aumentati e , proporzionalmente, nella maggioranza dei casi non sono aumentati i soldi che servono per una vacanza più lunga. Una volta, se facevi 15 giorni in giro era il minimo sindacale, adesso se puoi farli è se hai la casa di qualche parente al mare o perchè sei tra i fortunati che possono permetterseli. C’è anche il lavoro che non ti consente di farlo a dire la verità. La maggioranza delle aziende quasi t’impone di certi periodi di chiusura/ferie: che il più delle volte sono improponibili per i costi (agosto io non metto fuori il naso di casa) e perchè c’è il resto del mondo in vacanza. Ok che la pretesa dell’isola deserta ormai solo quello è : una pretesa. Però ci sono alternative se riesci ad organizzarti: sempre rimanendo nei periodi che noi italiani non riusciamo ad evitare, giugno (giornate più lunghe, con tempo mediamente buono) o settembre (più corte ma il mare molto più caldo, in qualsiasi posto si vada…) sono ottimi periodi. Adesso c’è Pat Metheny… Ho detto e ascoltato tutto…

Tramonto ad Abu Dabbab