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bric a brac

L’ultimo post parlava di questo nuovo torneo e (per me e per molti spettatori) nuovo sport che si andava ad affrontare. Il mio primo impatto con il Padel è stato per metà stimolato su come valorizzarlo e l’altra metà impaurito per le difficoltà oggettive nelle riprese…
Spiego: la parte positiva nasce dal fatto che è uno sport con atleti che devono avere una reattività e agilità particolare con dei tempi molto rapidi di gioco. Tutto ciò ti invita a effettuare riprese che sottolineino queste caratteristiche e le trasmettano a chi le guarda da casa.
A spaventare sono i problemi che il campo di gioco ti impone: il campo è racchiuso in una gabbia (pareti laterali e ultimo metro di quelle di fondo) e di vetro trasparente i due lati corti con i relativi angoli.
Ovviamente le telecamere non possono entrare nell’area di gioco, quindi le riprese vanno fatte attraverso le superfici di cui sopra…
E’ uno sport mediamente nuovo per la maggioranza delle nazioni a parte il Sudamerica dove pare sia nato e la Spagna ed il Portogallo in Europa, dove si sono già trovati a dover affrontare il problema riprese Tv ed a codificarle. Intanto i tornei importanti vengono fatti in impianti chiusi: palasport, padiglioni fieristici e comunque in posti dove la luce possa essere costante e limitare al massimo i riflessi.
La “gabbia” di gioco è costruita in modo da avere meno superfici solide che ne ostruiscano le riprese e la vista del gioco e gli spazi per le telecamere sono favoriti per poter rendere al meglio il tutto.
Noi dopo una prima partita dove era più quello che non si vedeva che quello che si vedeva abbiamo aggiustato il tiro e siamo riusciti a produrre immagini che raccontassero correttamente il gioco.
Non è stato facile. Nè breve (5-6 ore di riprese al giorno).
Ma alla fine, citando Eduardo in Napoli milionaria!: “adda passà a nuttata!”

Dalla Padel nella brac…?

polvere….


Battutaccia, se ce n’è una…. Tra due giorni comincerò le riprese di uno sport che in Italia non se sia mai stato prodotto e mandato in diretta: il Padel (o Paddle per gli anglofoni)… Per chi non sa cos’è lo spiego in poche righe: è un tennis tra quattro “mura”. Campo di 20 per dieci con lo stesso disegno a terra del tennis a parte i due corridoi laterali usati nel doppio. La differenza è che ci sono quattro pareti a circondare il campo e sono superfici di gioco, cioè se la palla tocca quelle a fondo campo puoi rigiocarla nel campo dell’avversario, Nei tornei, per far vedere la partita al pubblico le azioni i muri vennero sostituiti con vetri alti tre metri più una rete sui due lati corti, la racchetta è di legno con forellini e le palline sono le stesse del tennis, regole e punteggi pure. E’ tutto nuovo per tutti noi che ci lavoriamo: io ho fatto indigestione di filmati sudamericani (prevalentemente argentini) dove è molto praticato e spero di aver digerito regole e automatismi.
A parte questi dettagli, è una cosa nuova (per me e per chi non l’ha mai vista) e quindi è una sfida e come tale va affrontata. Quindi primo giorno di montaggio e prove e poi vai con le riprese, sperando di affrontarle nel modo giusto.