MENTRE ACCAREZZO UN CANE…

l’uomo Vitruviano… un attimo dopo che gli erano scappati i cani!

E’sicuramente uno dei momenti in cui si è in pace col mondo, magari solo per quell’istante, però è così. In giorni in cui è difficile mettere insieme tutto quello che uno pensa di dover fare, dimenticandosi di quasi tutto e facendo poche cose (le più inutili ovviamente), ci devono essere questi istanti.
Momenti in cui un musino sorridente, perché i cani sorridono, magari ognuno a modo suo ma lo fanno, ti guarda, si ribalta sulla schiena mostrandoti la pancia e chiedendoti coccole, coccole e solo e ancora coccole… E se non lo fai ci rimangono male , ma non troppo, perché sanno che magari poco dopo tu lo farai, magari integrando i grattini con un biscotto e un biscotto vale l’attesa.
Ma vale anche per noi umani, perché l’affetto che ti danno è gratis, è tanto e nessuno saprà dartelo come loro…
I problemi si complicano quando, come per me, i cani sono due, come le mani e magari la distanza non è ottimale: come quando si fa la passeggiata al parco e uno dei due decide di andare in una direzione (24 chili), e l’altro in quella opposta (33 chili). Ho scoperto che Leonardo Da Vinci , quando ha disegnato l’Uomo Vitruviano, aveva anche lui due cani, ne sono certo: la posizione è quella!
Comunque anche questo contribuisce all’esercizio fisico: quando vedo i runner da parco che fanno stretching appoggiati ad un albero, una staccionata o una panchina, penso sempre: “…portate a spasso due cani e risolvete in un solo colpo la parte aerobica e quella anaerobica, l’esercizio e l’allungamento dei muscoli…
Ci vuole un cane… o più di uno.

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