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Strange Day

Ci sono giorni che, non sai il perché, ma li passi a litigare con te stesso facendo finta di prendertela con gli altri. O meglio, apparentemente, sei incavolato con il mondo, ma siccome non può statisticamente avere torto il mondo, è con te stesso che ce l’hai. Forse perché ti sfugge il modo giusto di affrontare le cose, un pò te ne dimentichi, un pò le rimuovi scientemente e/o forse perché vorresti delegare la cosa a qualcun’ altro.
Il tempo passa e lo vedi sugli altri, su chi ami e non vorresti che questo accadesse, poi realizzi che sta succedendo anche a te e, paradossalmente, ti importa di meno…
Ci sono segnali poi che non puoi ignorare, anche grazie ai social e a tutti i media che non perdono occasione per ricordarteli e segnalarteli. E’ di oggi la notizia della scomparsa di Mihailovic, a causa di una brutta forma di leucemia, ed è un altro personaggio di quelli positivi e che fanno parte di quel segmento parallelo di storia che accompagna le nostre vite che se ne va prematuramente, marcando ancora l’orologio della nostra esistenza non certo in modo positivo. Non so quanto ciò sia causa o concausa dell’umore “strange”, se sia un mattoncino in più o una delle fondamenta, fatto sta che oggi l’umore non si sblocca, nonostante il Natale che si avvicina. Anzi, forse la festività più bella dell’anno diventa l’evidenziatore del disagio, della tristezza data dall’assenza delle persone care che una volta festeggiavano insieme a te e ora non più. Ispiriamoci a Eduardo
” ha dda passà a nuttata”

STRANGE DAYS

Light my fire

Non è perché fa figo il titolo in inglese , ma è proprio per citare sia l’album dei Doors che il film distopico del ’95.
Tutto nasce da un risveglio abbastanza a cavallo con i sogni che lo hanno preceduto e che hanno creato un rimorchio nel comportamento della mattina. Poi se, guardando fuori dalla finestra vedi la classica mattina lombarda modello anni ’70, con cielo grigio e tutti i colori che si adeguano a quest’ultimo, è facile capire il collegamento con il titolo. Inoltre quando esci per la sgambata del mattino con cagnolone appresso e questo grigio sembra ancora più incombente, ti chiedi se è tutto grigio e quindi sei di cattivo umore o perché sei di cattivo umore ti sembra tutto grigio… Poi fa capolino uno spicchio di sole, ma proprio minimo minimo e questo si insinua anche nell’animo e ti rimette in pace con quello che c’è attorno. Passeggiata che ci porta attraverso il Parco di Monza (un frammento perché attraversarlo in lungo e in largo ci vorrebbero dei giorni) che sta cominciando a cambiare i colori , virando su quelli autunnali: foglie dorate miste a quelle che tengono strenuamente il loro verde. Il Lambro che ancora all’asciutto dalle poche piogge estive mostra sabbioni e ghiaie all’interno del proprio letto dove addirittura camminano e non nuotano le papere che normalmente lo popolano. In compenso la popolazione di runners, ciclisti , skaters e sbacchettatori di bastoncini nordici non manca mai a qualsiasi ora del giorno. Per fortuna anche noi che chiacchieriamo e passeggiamo con i nostri amici a quattro zampe ci incontriamo lungo i sentieri e le stradine che incrociano nel parco. Si torna a casa e la routine ci fa fare le cose che un pò ci mettono noia e un pò ci tranquillizzano per la loro normalità. Insomma la stranezza mattiniera si appiana poco alla volta e ti fa accettare quel che accade. Ma è giusto così?