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STRANGE DAYS

Light my fire

Non è perché fa figo il titolo in inglese , ma è proprio per citare sia l’album dei Doors che il film distopico del ’95.
Tutto nasce da un risveglio abbastanza a cavallo con i sogni che lo hanno preceduto e che hanno creato un rimorchio nel comportamento della mattina. Poi se, guardando fuori dalla finestra vedi la classica mattina lombarda modello anni ’70, con cielo grigio e tutti i colori che si adeguano a quest’ultimo, è facile capire il collegamento con il titolo. Inoltre quando esci per la sgambata del mattino con cagnolone appresso e questo grigio sembra ancora più incombente, ti chiedi se è tutto grigio e quindi sei di cattivo umore o perché sei di cattivo umore ti sembra tutto grigio… Poi fa capolino uno spicchio di sole, ma proprio minimo minimo e questo si insinua anche nell’animo e ti rimette in pace con quello che c’è attorno. Passeggiata che ci porta attraverso il Parco di Monza (un frammento perché attraversarlo in lungo e in largo ci vorrebbero dei giorni) che sta cominciando a cambiare i colori , virando su quelli autunnali: foglie dorate miste a quelle che tengono strenuamente il loro verde. Il Lambro che ancora all’asciutto dalle poche piogge estive mostra sabbioni e ghiaie all’interno del proprio letto dove addirittura camminano e non nuotano le papere che normalmente lo popolano. In compenso la popolazione di runners, ciclisti , skaters e sbacchettatori di bastoncini nordici non manca mai a qualsiasi ora del giorno. Per fortuna anche noi che chiacchieriamo e passeggiamo con i nostri amici a quattro zampe ci incontriamo lungo i sentieri e le stradine che incrociano nel parco. Si torna a casa e la routine ci fa fare le cose che un pò ci mettono noia e un pò ci tranquillizzano per la loro normalità. Insomma la stranezza mattiniera si appiana poco alla volta e ti fa accettare quel che accade. Ma è giusto così?

ok, il pezzo e’ giusto…

all’ombra e al fresco…

Oggi , grazie a l’aiuto di un nimesulide riesco ad esserci e a scrivere qualcosa, non so se sensato ma qualcosa di sicuro ve lo scrivo.
La sciatica è una brutta bestia, se poi ci aggiungi il dover lavorare nonostante tutto, se non ti aiuti con qualcosa … Comunque, col caldone ora, sia io che Mou, il mio cane, cerchiamo l’ombra e il giro nel parco diventa una ricerca delle zone ombreggiate con qualche passaggio al sole. Poi pensi che si cerchino zone silenziose, tranquille dove rilassarsi e scopri che c’è una gara in corso sull’autodromo.

appunto…

Era un pò che non mi capitava e non mi ricordavo quanto , da vicino, siano rumorose le auto da corsa (a parte la formula E-). All’inizio ero preoccupato che Mou fosse spaventato, ma ho scoperto invece che lui era incuriosito da queste macchie colorate che sfrecciavano vicino e non faceva una piega, nanca vùn plissé (Cit. Faceva il Palo)… Abbiamo costeggiato per un pò la pista nuova fino ad incrociare il vecchio anello e lì mi è caduto l’occhio sulle condizioni di quest’ultimo: passandoci sotto ho notato che la situazione della struttura non è che siano rassicurante. Va bè che non ci passa più nessuno sopra, ma sotto è un passaggio continuo…

Qualche tonnellata di cemento sopra la testa…

Speriamo che chi di dovere tenga sotto controllo la situazione…
Bollettino del Parco di Monza: tante bici, tantissimi runners, un buon numero di cani che portano a spasso gli umani e il buon vecchio Lambro che comincia ad avere quell’aria estiva, con corrente pigra, colorito fangoso, e livello delle acque molto basso, comunque sufficiente a farci uno sguazzino…

Sguazzo Lambresco

Oggi descriviamo l’esistente, niente elucubrazioni sui massimi sistemi… per ricominciare.

NON MI RICORDO…

Svegliarsi con un sogno così vivido da far fatica a rientrare nella realtà, continuando ad ogni battito di ciglia a rientrare per istanti in quei momenti che sembrano essere sensati ma che sono parte della tua immaginazione è molto strano, inconsueto, ma capita. Stamattina è andata così, trainando questo carrellino di immagini ed immaginazione per una buona parte della mattinata…
Poi si riprende con la routine quotidiana facendo colazione, ancora flash, bagno, flash, e poi uscita con Mou per la solita passeggiata mattiniera e qui, forse per evitare di essere travolti dalle auto in strada, l’attenzione si riporta sul reale reale. Che peraltro, vista la giornata (meteorologicamente) bella e il fatto che di lunedì nel Parco di Monza non ci sono molte persone, è un reale molto vicino al sogno: un verde di foglie giovani, profumo di fiori e piante nel pieno della fioritura, tantissime bestiole che si avventurano sui sentieri.
Tanti scoiattoli, sia quelli rossi, autoctoni e quelli grigi d’importazione, poi conigli e lepri che si rifugiano immediatamente nel sottobosco e le prime figliate di papere ed anatre, richiamate a gran voce dalle mamme nella corrente molto blanda del Lambro di questi giorni. Poi esci dal Parco e ti ritrovi in una piccola frazione molto a misura d’uomo, S.Giorgio al Lambro, vera e propria enclave di un comune al di là del Parco, Biassono. Questo perchè originariamente , un paio di secoli fa, non c’erano le mura e quel territorio apparteneva a quel comune, successivamente frazionato dalla recinzione dell’area verde. Così, un po’ di informazioni buttate lì… Risali la chilometrica via per rientrare in paese, passando su un ponticello napoleonico a traffico alternato, con le macchine che ti fanno un pelo, mentre passano e questo ti fa uscire completamente dal sogno, riportandoti in una realtà che sarebbe bello non vivere, quella del traffico urbano, dei lavori in corso, insomma, di tutto quello che sicuramente in un sogno non si palesa. Sennò sarebbe un incubo.

Come al solito mancano i papaveri…

MetereOantipatico

Pont de peder, il ponte di pietra al Parco di Monza

“...La meteoropatia, dal greco μετέωρον e πάθος, è un termine che sta a indicare un insieme di disturbi psichici e fisici di tipo neurovegetativo che si verificano in determinate condizioni e variazioni del tempo meteorologico o delle condizioni climatiche stagionali…” (Wikipedia)
Giusto così, per cominciare con una definizione, che fa tanto figo e acculturato… Durante un giro, il solito giro della mattina, insomma la passeggiata con Mou, per capirci, esco e mi trovo anzi, ci troviamo, sotto un cielo lattiginoso, un sole pallido e smorto. Immediatamente crolla tutta la buona volontà di partire con un sorriso, di cominciare bene la giornata… Arriviamo indenni, sino all’entrata del parco dall’ingresso del dosso, quello piccolino che si apre su prati grandissimi. Purtroppo non riesco neanche a portare Mou a giocare con gli altri cani vicino all’ingresso del parco. La buona volontà c’era, ma una signora, neanche in modo maleducato, mi ha ricordato che il suo cane, anzi la sua cagnolina non andava d’accordo con Mou e quindi ho visto sul suo muso la tristezza, visto che pregustava i giochi che avrebbe fatto con gli altri suoi amici… Capita! Poi facciamo le rive del Lambro dove stanno ammonticchiati tanti alberi spezzati dalla intemperie e tagliati … È sempre un posto affascinante, con questa luce, potrei dire anche un po’ tetro, comunque è un giro che vale la pena di fare spesso. Tra una radura e l’altra avanziamo in mezzo alla natura, il sole è sempre pallido. Adesso stiamo costeggiando le mura del parco facendo attenzione a non inciampare nei miliardi di rami che sono ammonticchiati (parola grossa, più che altro mollati in giro) , alcuni addirittura messi di traverso sui sentieri costringendoci a scavalcare modello barràge a cavallo… Dove voglio andare ? In senso fisico a casa mentre in senso traslato su quello che vi sto raccontando non lo so neanch’io quindi continuiamo il nostro giro e se succede qualcosa poi , ve lo racconto.