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quasi come in radio…

1977…

Non so come vengano tradotti questi post, sicuramente o avete degli ottimi strumenti per il translate o c’è più gente di quanto pensi che conosce l’italiano. Perchè io utilizzo spesso forme gergali, giochi di parole e fraseologie spesso difficili nella stessa lingua italiana. Mah! Un giorno lo capirò, per adesso ringrazio tutti quelli che scrivono e commentano sulla base di quello che racconto. Ancora una volta un riferimento al mio vecchio amore, la radio, è inevitabile.
Anche allora , nell’interscambio di argomenti (allora mediante telefonate o posta non certo elettronica…) ogni tanto avevo la sensazione di essere frainteso, così come spesso mischiavo parole creandone di nuove…
La vera forza della radio rispetto alla tv è propio quello di generare immagini proprie nella singola immaginazione di chi ascolta, sulla base di quello che dici. Cosa che la televisione impone, lasciando poco spazio all’immaginazione.
Il web scritto (come i libri e le pubblicazioni in generale) lascia spazio all’immaginazione: al massimo ad instradare la fantasia ci può essere un’immagine, una foto, una clip. Ma l’importante è quello che viene letto…