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Meglio stare leggeri la sera…

Svegliarsi al mattino convinti che ci sia stata una bomba atomica a S.Giuliano Milanese, (una dozzina di chilometri da dove abito) e che ci eravamo rifugiati nella cantina di casa (dove non abitiamo più da dieci anni), e che ero insieme a mio fratello e mia mamma (entrambi purtroppo scomparsi, il primo recentemente e la seconda da più di vent’anni) che tornava coi sacchetti della spesa e io uscivo ad aiutarla…
Sarà stato qualcosa che ho mangiato e non ho digerito. Poi, riuscire a ricordare i sogni per esteso non è una cosa frequente. Normalmente rimangono nei primissimi minuti , anzi, a volte non superano neanche il dormiveglia.
Capitano veramente cose strane. Forse l’influenza di questo periodo poco pacifico, in cui la pace è merce rara ha influenzato sogni e pensieri. In compenso una volta sveglio mi ricordo di essere diventato nonno e spero quotidianamente di vedere il piccoletto che ha da poco superato il mese di vita.
Anche per lui nel frattempo mi auguro sempre di più che ci sia un lavaggio del cervello (ammesso che le persone in questione ne abbiano) di tutti quelli che vogliono muovere le mani anziché ragionare. Ma fossero solo le mani: una soluzione potrebbe essere chiuderli tutti dentro una stanza, grande, perché sono tanti e quando ne rimane uno lo fai uscire per rinchiuderlo in una gabbia modello Hannibal Lecter.
Per non farci mancare nulla poi il tempo meteorologico ci dà pioggia, vento, vento e pioggia e pioggia con il vento.
Basta? Spero di si, come spero in sogni meno catastrofici e in una realtà altrettanto meno tale.

È strano essere nonno…

…ma è bellissimo! Avere sotto gli occhi figlia e nipotino è meraviglioso. Si, lo so, chi non lo vive, non si rende conto e magari non è interessato alla cosa però è così .
D’altronde come tutte le cose che non condividi e che , per questo ti sembrano strane o impossibili. Per esempio proprio oggi, stavo rientrando dopo la solita passeggiata con i miei pelosoni, quando al cancello di casa, dall’altra direzione arriva una ragazza che non si avvicina e mi dice:”… mi scusi, sa io sono terrorizzata dai cani, può farmi passare?” Ovviamente l’ho fatta passare borbottando qualcosa d’incomprensibile…
Notare che i miei cani appartengono al sottogruppo dei patatoni coccolosi e che normalmente devo tenerle lontane le persone, perchè vogliono avvicinarsi sempre per rimediare qualche carezza.
Tornando alla nonnitudine, è una cosa che sposta tutte le priorità: primà i miei problemi di neopensionato erano relativi a come gestire il tempo, a come mettere in fila le cose da fare ed inventarmene altre per i ( molti…) momenti di inattività. Ora, davanti a tutti gli altri c’è lui, pensando a cosa fare quando comincerà a crescere, cosa insegnargli, cosa dirgli e tutto il bagaglio di cose che un nonno può fare e dire.
Per ora comunque, l’impegno principale è coccolarlo o tenerlo in braccio quando non è impegnato in una delle mille poppate che sono i momenti fondamentali della sua vita sociale.
Poi questi si arricchiranno ( speriamo) di tante cose belle e divertenti: già i suoi baby-dog-sitter saranno fonte di interesse, ne sono certo.
Questa sarà la prima di tante puntate dedicate a lui!
Fatevene una ragione, WordPress friends…

Siamo alle solite…

Ero ripartito così bene … !
Due post a distanza di nemmeno una settimana, non sembrava vero… Sono già ritornato sul mesetto di distanza e nel frattempo sono successe cose, la maggior parte delle quali è meglio non tirarle in ballo. Il fatto che ci avviciniamo alle Festività è forse una delle cose positive, se positivo è il fatto di spendere tanti soldi per doni e perdere di vista i valori reali di questo periodo.
Sarebbe bello per esempio che il mondo si calmasse un attimino, o magari per più di un attimo. Dici che sembro una partecipante a Miss Italia : “.. la pace nel mondo..”! E chi è che non la vuole a parte i mercanti di armi, i fanatici religiosi e non e quelli via di testa.
Da queste parti si continua il tran-tran pensionistico, fatto di uscite coi miei amici a quattro zampe poi visite al campo pratica del golf dove passo il tempo a litigare con i drive e sono amico dei ferri, oppure a tentare di rimettermi a chiacchierare davanti ad un microfono o (quando mi ricordo, appunto) scrivere sui miei due siti https://www.giancarlofercioni.it o http://www.fercioni.com .
Il resto del tempo?
Mani piene, come si dice adesso: faccio finta di niente, per scaramanzia, ma il fatto della mia prossima nonnitudine comincia a riempire le giornate. Modifiche alle case per creare spazi utili al nuovo arrivo, pensare a tutte le cose che serviranno sopratutto i primi mesi e pensare alle emozioni che darà a tutti noi.
Mi sembra abbastanza per un post, no?
Cercherò di scrivere un pò più di frequente, promesso!
Bye

A furia di osservare, più non fare…

Penso che sia una delle conseguenze più comuni dell’essere in pensione, per lo meno nei primi tempi. Ti trovi dopo quarant’anni in cui ti sarebbe piaciuto stare fermo, nei successivi (speriamo almeno trenta…) in cui stai fermo e non ti piace nemmeno per un pò… Poi se aggiungi che per riflesso cominci mille cose senza concluderne una o quasi e questo ti smonta ulteriormente. Allora diventa importante selezionare le cose che ti piacerebbe fare seriamente dalle minchiate, possibilmente che siano fattibili.
Perchè c’è anche il problema che mamma Inps non è che dispensi milioni proprio a tutti, anche se a qualcuno forse si e, per esempio, comprare una casa su un isola semideserta non so se rientri nel budget , così come una barca per viaggiare su tutti i mari navigabili…Inoltre, con grande sgomento ho scoperto di non rientrare nell’asse ereditario della buonanima del Presidente e quindi anche lì non si batte cassa!
Quindi passatempi sì, attività anche ma che rientrino nell’Umarellbudget perchè se no siamo da capo. Vogliamo anche aggiungere a tutto ciò che tutto il resto del mondo continua a girare, nel bene e sopratutto nel male, e che quelli che erano problemi quando si lavorava, ora ci sono lo stesso ma sembrano più grossi…
Quindi devo decidermi a scegliere: ho una sacca nuova di mazze da golf regalatami da moglie e figlia e devo iscrivermi da qualche parte per vedere se il giovane giocatore di 50 anni fa è ancora in grado di swingare, approcciare e pattare o si troverà a zappare…
Ho un pianoforte elettrico di buona qualità che mi guarda alla destra di questa scrivania e la tastiera mi tenta tanto, ma le mani che una volta coprivano quasi una decima (N.d.A: una decima sono dieci tasti, per fare un esempio, dal Do al Mi dell’ottava successiva), ora arrivano a un’ottava scarsa. Per non parlare della mobilità delle dita…! Ma le scommesse a me piacciono!
Altra idea: ricominciare a mettere voce e idee al servizio di un microfono, e di una radio. Il microfono c’è come avete visto, sto cercando di trovare chi voglia un vecchio catamarano come il GianParlo, ultimo nome con il quale ho trasmesso fino ai primi anni ’90.
Poi c’è la mia vecchia passione del basket e dello scriverne più o meno a proposito, e lo scrivere in generale e questo Blog ne è la dimostrazione, non ho mai smesso di farlo: qui (www.giancarlofercioni.it) e su www.fercioni.com.
Carne al fuoco ce n’è, l’importante è cuocerla bene…

Giancarlo Fercioni

Dove eravamo rimasti…???

Prendo a prestito la famosa frase di Enzo Tortora per ricominciare a “Bloggare” dopo una lunga, lunghissima pausa dovuta a pensieri di tutt’altro genere.
Quando tenti di fare qualcosa e sei distratto da altro, ma insisti e continui a scontrarti con ostacoli il più delle volte creati dalla tua testa, ed è un loop che è difficile da spezzare…
Facendo un riassunto della mia umarellitudine: non ho ancora ricominciato a giocare a golf e la mia bellissima sacca è lì a prendere polvere.
Poi, non sono ancora riuscito a ricominciare a lavorare in radio. Col fatto che adesso quasi tutte le radio sono in streaming, non sono ancora riuscito a mettere a posto la parte video. Fa abbastanza ridere visto che ho lavorato in televisione per quasi quarant’anni! Ma si sa, il parrucchiere è calvo, il sarto si veste male e lo chef mangia vere schifezze…
Per non parlare dell’argomento che angoscia molte famiglie: Bonus 110 si o Bonus 110 no? Non che la scelta dipenda da noi… Molte ristrutturazioni si sono interrotte in partenza o peggio a metà, lasciando case e palazzi in condizioni peggiori di prima. Poi la ristrutturazione nella ristrutturazione. Nel senso che la casa di mia mamma, iniziata già tardi grazie appunto ad una 110 mai cominciata, è in ritardo di quasi tre mesi, con stress, soldi in più, e tasse che non mancano mai!
Ci mancherebbe anche il dentista? C’è anche quello, c’è anche quello, non ci facciamo mancare niente.
Insomma, oggi più che un blog sembra la lista della spesa. il prossimo sarà migliore, giurin giuretta, promesso!

Ci sono ancora…


Lo so, lo so, è più di un mese che non scrivo e adesso, causa litigio con i computer di casa, lo sto facendo sul mio smartphone e con i ditoni che mi ritrovo non è molto semplice…
Di cose da raccontare ce ne sono tante, noi umarell avendo tanto tempo a disposizione ci inventiamo di tutto. Infatti ho una sacca da golf che mi aspetta, una piccola postazione per lo streaming pronta sulla mia scrivania, una collaborazione con un portale che si occupa di basket, i miei cagnoloni che mi portano a spasso e una neurite che nei tempi morti mi impegna tra antidolorifici e visite. Nel frattempo stanno ristrutturando, con soli due mesi di ritardo, la casa di mia mamma a Milano, tra un Superbonus 110 che non si farà e dei lavori che si allungano sempre più. Questo è il riassunto delle puntate precedenti, ma ora voglio parlare del fatto che, nonostante tutti questi impicci, sono sereno. Strano vero?! Uno non ha niente da fare e s’inventa ogni sorta di problemi, ne hai invece tanti e riesci a rilassarti. Comincio ad abituarmi alla pensione: non è così male, dai. È un po’ la quadratura del cerchio ma si può fare!
Prometto una frequenza più serrata, insomma più frequente…

67 E NON SENTIRLI… SARANNO GLI ACUFENI?

La vigilia di un compleanno, niente di particolare, voi direte..
E in effetti è così, ed è sbagliato. Uno dovrebbe sempre trovare qualcosa di particolare in una situazione del genere.
Forse sarà perchè lo assimilo al Natale, neanche tanto lontano.
Oppure perché, come nel Natale, la cosa che noto di più sono le sedie vuote, la telefonata che manca, il fatto di non poter andare da qualcuno a fargli (o farle) gli auguri. Funziona purtroppo così anche nei compleanni. Oltre all’aumento dello scricchiolio delle articolazioni e alla diminuzione di tante altre cose…
Eppure, eppure…passerò una serata con la mia famiglia, riceverò tanti auguri grazie ai social che tanti difetti hanno ma questa è una delle cose positive rimaste, arriveranno anche telefonate da vecchi amici lontani, pagherò il conto del ristorante (poco male) e passerò comunque i miei tot chilometri e ore a spasso con i miei cani, sperando in una giornata serena anche meteorologicamente parlando.
Quindi qualcosa di buono ci sarà?!
Sicuramente, in realtà spiace sempre per ciò che manca e non per quello che c’è. Perchè siamo dei lamentosi (italianizzazione del lombardo lamentùs, mai contenti). Però il lamentùs ha il suo lato positivo: quando le cose vanno bene le gradisce di più di quello che le da per scontate anche se borbotta che “sarà stato un caso…”
Cosa mi piacerebbe riavere? Tanti ricordi che sono sfumati, all’orizzonte. Cose vissute che riappaiono al massimo come fotografie e non come un video. Risentire e vedere voci e persone care che faticano a riemergere.

E poi mi piacerebbe sentire il silenzio, sono anni che non so più cosa sia…

BIANCO NATALE?

Il Logo dell’Atelier Fercioni


Continuo a saccheggiare il mio vecchio Blog, trovato su una memoria esterna: questo mi sembra adatto al periodo e mi ha emozionato…

Non so, ad essere sincero. Forse è l’umore che mi frega.
Normalmente vivo questo periodo con un misto di serenità, malinconia e spirito natalizio, mentre adesso è un arruffamento di emozioni in ordine sparso. Momenti di acidità misti a tentativi di rimettermi in carreggiata natalizia. Poca voglia di fare molte cose e molta voglia di fare cose minime che ovviamente non riesco a fare e questo arruffa, si che arruffa…
Avrei voglia di condividere questo Natale con tante persone che non sono più  qui, sentirne il calore, le voci, l’affetto.
Riavvolgere il nastro della vita per un giorno e stare vicini, chiedere consigli, quelli che per orgoglio e presunzione giovanile non ho mai chiesto. Dire a mio papà che, nonostante il suo suggerimento le unghie continuo a tagliarmele tonde e non squadrate, così come, seguendo il suo esempio di reduce dalla ritirata di Russia, cerco di mantenere l’igiene appena possibile e sopratutto di vedere le cose dalla prospettiva giusta, mai troppo seria. Dire a mia mamma, abbracciandola, che io sono orgoglioso di aver avuto  lei come madre, capace di tirare su due ingenui come il sottoscritto e mio fratello, quasi da sola, dopo la scomparsa di papà, e che avrei voluto darle di più in tutto…
Ai miei zii Romano e Guido, grazie per avermi insegnato le cose che non avevo imparato dai miei genitori comunque importanti e comunque fondamentali. A zia Renata per essere stata sufficientemente formichina da lasciare ai tuoi nipoti qualcosa, che ognuno di noi ha potuto investire in ciò che pensavamo importante.  
E a tutti i miei cari di avermi insegnato a non prendere le cose sempre sul serio, cercandone sempre il lato buono e possibilmente divertente, perchè non ha senso farsi più del male di quello che già subiamo.

CELO, MANCA…

Questo è un caso di quelli che si ripropongono spesso e la sintesi popolare con il “hai fame e non hai i denti oppure hai i denti e non hai fame” ci prende in pieno. Si parla di lavoro e di pensione a sostituire rispettivamente “denti” e “fame”. Molti miei ex colleghi non vedono l’ora di poter andare in pensione, mentre io che in pensione ci sono da un annetto vorrei tornare a fare il mio lavoro. Certo, avevo la grande fortuna di fare un lavoro che neanche si avvicinava al tirare la lima o stare tutto il giorno a fare la stessa cosa. Il regista televisivo, anche se preceduto da anni di gavetta, è forse faticoso e impegnativo mentalmente e per gli orari che variano continuamente. L’unico mal di schiena spesso è provocato dall’aria condizionata tarata per il benessere delle macchine e non per quello di chi ci lavora: di qui la tradizionale sciarpa o foulard che non solo nell’immaginario copre il collo del regista.
Rischi? Ce ne sono, ce ne sono… Dall’inciampare sulle scale degli stadi o dei palasport per verificare telecamere e postazioni alle scalette metalliche dei camion regia che quando piove diventano viscide come il sapone. Rischi estremi si hanno quando ti capitano services scrausi, dove un capotecnico per modo di dire sbaglia le connessioni e mette una fase della corrente al posto della messa terra rischiando di fulminare tutti quelli che stavano sul mezzo regia ( a qualcuno è capitato…). Rischi più sottili ma fastidiosi per l’anima invece ci sono quando viene convocato all’interno della troupe un operatore “dell’ultima ora” che ti fa disperare al punto di tirare fuori il peggio delle mie origini toscane e non solo…
Però rimane un lavoro meraviglioso e per quanto sia riposante la pensione, la varietà delle occupazioni che ti da il fare e disfare è molto meglio:
Attenzione: poi la pensione non è che ti esclude i problemi… Lo fa con quelli del lavoro ma tutti gli altri restano e spesso più complicati dal non avere più il supporto che ti viene dato da qualsiasi azienda. Insomma la vera soluzione sarebbe quella di vivere una pensione diciamo di una dozzina d’anni appena finita la scuola… e poi si lavora finché ce n’è…

Giornata Mondiale del Cane

Dagli ultimi undici anni, la vivo quotidianamente… Ogni singolo giorno mi rendo conto di quanto siano importanti. E ogni giorno per me è la giornata mondiale del cane. So di non scrivere niente di nuovo, ma per fortuna che è cosÌ: vuole dire che è condivisa da milioni ( spero miliardi…) di persone. Ogni singolo giorno, nonostante i nostri sbalzi d’umore, ci stanno vicino, dandoci dosi d’affetto inimmaginabili. Ne hanno scritto poeti, scrittori, musicisti e noi persone comuni… Che per loro comuni non siamo, siamo speciali, siamo i loro amici … Più scrivo e più mi rendo conto di dire cose giá scritte e questa è la conferma di quanto siano universali e da quanto tempo ci stiano vicino. La foto che avrei voluto abbinare a questo post non è quella che vedete, anche se anche lei racconta molto. Avrei voluto pubblicare quella di una tomba che si trova nel Cimitero Monumentale di Milano, sul primo viale centrale dopo aver oltrepassato il Famedio. È molto semplice: raffigura una persona sdraiata ( il defunto) con ai suoi piedi il suo cane. La prossima volta, quando andrò a trovare i miei cari che riposano lì, la fotograferò e la pubblicherò. Dice tutto sull’amore tra uomo e cane, non c’è bisogno d’altro.