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PASSATO NON PIU’ REMOTO

Voglio essere onesto (come se uno dichiarasse se essere falso o no…): ho sempre paura delle rimpatriate.
E’ come tornare dopo tanto tempo in un luogo dove hai passato una grossa fetta della tua vita e scoprire che è quasi tutto diverso, che non c’è più quella tal cosa, quel posto, che fai fatica a riconoscere posti e persone.
Per questo quando sono stato contattato da diversi compagni tramite un social (adesso si può), all’inizio ero scettico. Scettico però curioso. Perchè la mia storia scolastica, sopratutto delle superiori, è stata piuttosto movimentata. Perso un anno in terza liceo quando dovetti smettere di frequentarla per aiutare i miei andando a lavorare, una volta trasferitomi di scuola e casa ripersi un altro anno grazie esclusivamente a me ed a un professore ligio al “dovere” che ancora ringrazio…
Trasferito di sezione mani e piedi, mi trovo bene accolto da questo gruppo di ragazzi estremamente uniti e qui concludo, finalmente in modo positivo il ciclo scolastico.
Per dire come ho vissuto questo anno da esule, agli orali della maturità avevo una vera e propria claque della classe alle spalle . Alla fine dell’esame non c’era più nessuno perchè alle prime domande avevo cominciato a rispondere fluentemente e il gruppo d’ascolto era stato tranquillizzato: non avevo bisogno di supporto.
Oggi la difficoltà da affrontare era un’altra Il problema ora era riconoscersi. Perchè una cosa è rimanere diversi anni insieme e un’altra solo uno smilzo annetto. Invece, nonostante gli anni e qualche segno del tempo sui volti e sui capelli di ognuno , una buona metà dei compagni di scuola li ho riconosciuti. Magari non ho collegato subito i nomi , però le facce si e poi, dopo le prime chiacchiere, sono tornati in mente nomi, episodi, storie e via rimembrando.
Insomma, invece di aver paura di ricordare ho ricordato senza paure il passato.
E per concludere citando Giovannino Guareschi “…il che è bello e istruttivo…”

nota le note…

Chi dice che i cani non sono romantici?

Intanto una annotazione per tutti i lettori di questo blog: sto cercando di rispondere a tutti e un pò alla volta spero di riuscirci…
Un tempo, quando giocavo solo con vari siti di cui non ho mai capito l’impatto, citavo il “club dei 23” di Guareschiana memoria: quello che lui, un pò giocando e un pò credendoci indicava come i suoi lettori. Calcolando che ancora adesso, dopo decenni dalla sua scomparsa, è lo scrittore italiano più tradotto al mondo, forse sono un pò di più. Adesso mi trovo ad avere, non so in base a quale innesco esplosivo, continue iscrizioni… Strana tempora currunt… Come è facile vedere, scorrendo i vari post di questi mesi, non c’è un tema particolare. Ho guardato qualche blog in giro e, a parte gli “influencer” (io lo sono solo quando ho la febbre e la tosse..), gli argomenti sono mirati, spesso legati alla professione di chi li scrive e i temi trattati anche. Questo blog è come me: tante idee, neanche messe in fila, scritte a seconda dell’umore e dei suggerimenti del giorno. Neanche l’attualità mi sfiora, se non quando scrivo di basket: il resto è storia, preistoria, osservazioni, ragionamenti ecc. il tutto shakerato e messo lì, un pò alla rinfusa.
Oggi, a parte il poco riposo dovuto all a fine dell’ultimo studio finito all’una di notte, con relativo rimbambimento, la giornata è partita bene, con una passeggiata rilassante con Mou in versione “son tornato cucciolo”, quindi con giochi insieme ad altri cani, disponibile e bravo, durata i soliti cinque chilometri circa.

mezza giornata…

Poi adesso al computer e poi, dopo pranzo, altra giornata/nottata di lavoro… Particolari osservazioni ? A parte la cosa buffa di un cantiere aperto di fianco ad una casa di riposo per anziani, non molto altro.
Come vedete ci sono post che raccontano la routine quotidiana: club dei 2,3, arrivo…