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RACCOGLIAMO I PEZZI

Ugo e Martina

Lo devo e lo voglio fare… Anche perchè mio fratello scriveva molto bene e non voglio che questa cosa si perda. Il covid me l’ha portato via ma la sua memoria, le cose che ha fatto, le cose che mi ha detto, tutto quello che nonostante la differenza di età abbiamo fatto insieme devono essere portate avanti, con me. Insieme a me. Ho una foto meravigliosa su questa scrivania : lui che tiene in braccio mia figlia ancora piccina e che racconta una delle caratteristiche di mio fratello, la capacità di amare che spesso nascondeva con un’ironia protettiva. Uno schermo che quando ci mettevamo a ricordare il nostro passato e le nostre cose, cadeva e gli anni di differenza si comprimevano fino ad annullarsi.
Proprio adesso che anch’io mi avvicino alla pensione, a quel periodo che ti dovrebbe consentire di rimettere insieme molti pezzi di vita lasciati per strada, sono costretto a vivere di ricordi perchè lui non c’è più. Anche se sono convinto che in qualche modo c’è ancora, insieme a tutti i miei cari. Raccogliere i pezzi, in questo periodo in cui siamo costretti ad evitarci anziché star vicini, diventa una regola, perché questa maledizione visualizzata come un marzianino verde con le ventose può anche farci molto male , ma non può toglierci la capacità di ricordare. Il calore di un pensiero dolce e affettuoso . I medici gli infermieri che hanno curato Gianugo lo ricordano come una delle persone più gentili e disponibili anche nella malattia e questa deve essere la base da dove ripartire.
Ciao fratellone.

scavando nella memoria (… dei computers)

non c’entra col titolo ma oggi al parco è lo scatto migliore…

Una volta si frugava nei cassetti, nelle librerie, negli armadi, in vecchie scatole, si sprofondava in vecchi scaffali e si trovava di tutto. Biglietti, lettere, scartoffie, carabattole, cose care e altre meno… Se poi si è un accumulatore compulsivo come lo sono io, da scavare ce n’è veramente tanto. La versione più moderna di questa sindrome è quella che ti fa raschiare fino in fondo le memorie di vecchi computers, hard disk, memorie, cd e dvd-rom e scoprire cosa virtualmente hai lasciato in giro. Da questo disordine digitale si capisce anche a quale generazione si appartiene, perchè il fatto di non avere rinominato o classificato, documenti, musiche, foto, filmati ti fa capire che non si prevedeva di averne così tanti. Per esempio, in questo momento mentre sto scrivendo ho collegato un vecchio iPod classic, sapete quelli con schermi non touch (sembra quasi impossibile ora…), con la rotellina e il pulsante di conferma che comunque avevano delle memorie considerevoli anche per adesso. Sto ascoltando random le musiche memorizzate: circa 90 giga di ogni genere di musica, in questo momento Pinball Wizard degli Who, ma c’è veramente di tutto. Certo ogni tanto arrivano anche delle stilettate che ti trafiggono il cuore, facendone uscire ricordi di ogni genere ma anche quello ci sta. Non è spiacevole, ti fa riemergere un bel pò di cose e il bello che te le ricordi com’erano, non come i giri del ricordo ti mostrano quanto sia cambiata la realtà. Tornare sui luoghi d’infanzia è, nelle intenzioni, meraviglioso. Purtroppo l’esito è spesso deludente, ad essere ottimisti. Quindi armiamoci di buona musica, belle scartoffie, foto care e facciamo partire la memoria… Non dovrebbe deluderci..ricordi

qualche giorno… diverse cose

fumare fa male. il bastoncino no…

Giorni un pò carichi… cose, emozioni, ricordi… e questo distrae dallo scrivere. Poi in quei maledetti telefonini e simili si insinuano giochi stupidi dal quale è difficile allontanarsi e che ti portano via , testa e tempo. Unica soluzione, drastica, l’eliminazione del gioco in questione. Se giocate con pad o smartphone, fatelo con giochi a difficoltà non progressiva, perchè la sfida continua è mortale. Parentesi chiusa, torniamo a noi. Quando sei nella routine più inevitabile è probabile più che possibile che i pensieri e i ricordi vaghino. La rabbia è quando un ricordo comincia e non prosegue, causa perdita dei dettagli, che si nascondono nelle pieghe della mente e lo fanno benissimo. Intanto ad aiutare queste riflessioni c’è un vecchio iPod (con la “o”, mi raccomando, quello della musica e dei video…) dove ci sono diverse migliaia di brani di ogni genere. Fatto partire nella versione random è una sorpresa continua: da Ho visto un Re di Jannacci a Hide and Seek di Imogen Heap, a Bowie, ai Pink Floyd, da Canzone per un’amica a Emerson, Lake & Palmer… E queste musiche scavano, eh se scavano… Anche se magari i ricordi non emergono completamente, le emozioni si. Inoltre ci si mettono i sogni, spesso vividi. Al punto che il risveglio non se li scrolla completamente di dosso e te li trascini anche nella realtà. Non pensavo che una pizza al salame piccante provocasse tutto ciò…