DAYBYDAY

 

Ci si sveglia e si fanno tutte quelle cose che fanno parte della propria routine. Scrocchiamento delle articolazioni, vertigini da cervicale, coccole al cane che nel frattempo è salito sul letto sulla sua copertina ( per poi, appena esci dalla camera, migrare sulle tue coperte ancora caldine…), primo passaggio nella prima porta a sinistra e poi cucina per colazione. Medicina prima di tutto, poi due fette biscottate con marmellata, succo d’arancia, caffèyogurt.  Secondo passaggio ( questa volta è la prima a destra…) con lavaggio, barba e quant’altro… Preparazione per uscita con cane, ecc. ecc. Cosa c’è di interessante? Appunto, niente, è routine… Ma è quella che scandisce i nostri giorni. Se non fosse così, probabilmente passeremmo il tempo a lamentarci del fatto di non riuscire ad organizzarci e a fare quello che vorremmo/vogliamo fare. Poi neanche con la routine spesso ce la facciamo, però quest’ultima ci consente di provarci. Sembra qualcosa di simile al “Giorno della Marmotta”, il nostrano “Ricomincio da Capo”, con la differenza che nel film è lo stesso giorno che si ripropone uguale, mentre nel nostro caso si ripropone uguale ma non è lo stesso giorno. E’ una lamentela? Anche no , pur sembrandolo. E’ un osservazione: certi giorni sono più uguali di altri, poi quando qualcosa cambia siamo sempre spiazzati e fatichiamo ad allinearci alle nuove situazioni. Quindi la domanda è : meglio una sana routine che ti mantiene su un livello accettabile, o una vita con più alti ma con altrettanti bassi?

Dove eravamo rimasti?

Ma è vero che il Post-in posta sempre due volte? Un inizio così è pericoloso… Potrebbe far passare la voglia di leggere a chiunque… Comunque: buongiorno ( o pomeriggio, sera, notte… quelchessia). Devo riabituarmi a comunicare con possibili lettori. Sopratutto devo riabituarmi a formulare concetti che abbiano un senso solo per me e pochi altri. Capiterà spesso che i parli di e con Mou. Che non è lo Special One , ma il mio Special Cane. Il mio confessore, il mio alter ego. Ci parlo, ci litigo, ci faccio lunghe passeggiate. L’essere vivente che mi ha rimesso in riga, a posto. Che si prende tutti i miei sfoghi e li sopporta senza particolari problemi. Sfido qualunque essere umano a farlo senza aver la voglia d’incazzarsi pesantemente. Per chi ha un rapporto di questo genere non sto scrivendo nulla di nuovo, è più di un familiare, perché anche il più caro tra i propri cari ha dei limiti di tolleranza mentre il tuo cane ti sopporta in tutto e per tutto. Forse è per quello che purtroppo il loro tempo è più limitato del nostro. Se così non fosse sarebbe facile fare delle scelte in favore loro e probabilmente noi umani non ci rivolgeremmo più la parola. Se ci si guarda in giro, cani o non cani, sta già succedendo: il faccia a faccia è un optional, la regola è il chat to chat. L’occhio incollato allo schermo dello smartphone, le dita che viaggiano su mini tastiere, spesso anche quando l’interlocutore è di fronte a noi. Se si pensa che il futuro proposto dalle nuove aziende è lo “smart working” ovvero il lavoro a domicilio (quando questo è possibile), successivamente si passerà allo “smart living“, così gli igienisti compulsivi, non saranno più costretti a frequentare altre persone, e relativo contatto di microbi…

Sito così è se mi pare… di Giancarlo Fercioni