Cielo, che giornata?

le scie, le scie…

La domenica per la maggioranza della gente, quella che fa lavori normali, con orari normali è il giorno che dedichi a qualcosa di speciale, magari che non puoi fare gli altri giorni. Io, che di domenica normalmente lavoro e l’eccezione è il non farlo, mi trovo sempre spiazzato: diciamo che la domenica la colloco a secondo dei giorni di riposo quando capitano… Oggi è una domenica come quella delle persone normali, che teoricamente mi dovrebbero far fare cose speciali. L’inizio, forzatamente uguale, è dato dal mio cagnone Mou, che necessita la sua “ora (sempre più di una) d’aria”. Un Parco di Monza affollato come una presentazione di un nuovo telefonino, runners , bikers, famiglie a spasso, padroni con cani anche loro a spasso: anche perché la giornata la vedete nella foto, sole, cielo azzurrissimo, temperatura almeno sopra di 10 ° rispetto a quella che dovrebbe essere. Quindi tanti buoni motivi per fare una passeggiata nel Parco. Poi, tornato a casa e invitato dal bel tempo, decido di dare l’olio protettivo al tavolo di legno sul terrazzo. E qui comincia il cinema: per proteggere il pavimento apro dei sacchetti grandi dell’immondizia, poi via i lavori con olio di gomito e olio vero… Sarebbe stato un lavoro da pochi minuti, se non fosse che il tavolo da esterno è di quelli a doghe, con spazietti minimi tra una doga e l’altra ed imprecazioni massime per far passare pennello o spugnetta. Quattro ore prima della seconda passata che occupo: A) pranzando B) portando fuori al volo una seconda volta Mou che sembra (poi non confermato) voler vomitare C) Abbioccandomi sul divano. Al risveglio, per citare Gaber: “…Seconda Passata…”.Vai di spugnetta e pennello e finisco per poi portare per un mini giro, l’ultimo, Mou a passeggiare, fortunatamente anche con zero voglia sua. Cinque minuti e a casa. Ho raccontato tutto ciò per sottolineare che anche l’anormalità, spesso, è normalissima…

essERE O STARE?

Oggi siamo sul filosofico andante… Ci sono mille differenze anche se grammaticalmente sono quasi sinonimi, sopratutto nel loro significato vero. E queste diversità sono palesi quando ti rendi conto se stai facendo qualcosa che ti coinvolge oppure segui la corrente. Quando fai e non stai soltanto. Un esempio classico in un momento in cui il consumismo la fa da protagonista se non da padrone: compri un nuovo “aggeggio” ( e lo definisco così senza dargli nessuna forma volutamente), uno di quelli che quando lo vedi pubblicizzato ti sembra che possa risolvere tutti i tuoi problemi in un attimo. Lo scarti, lo usi: si ,bello, ok. Poi lo lasci lì, a coprirsi di polvere o, in alternativa se sei una persona ordinata lo metti in un cassetto dicendo: ok , quando ho un pò di tempo ci gioco un pò. Mesi dopo è ancora lì e il cassetto in questione si è quasi riempito di aggeggi diversamente simili. Essere non è questo. Questo è stare, non fare. Essere è fare qualcosa di mentalmente o fisicamente impegnativo, che una volta che l’hai fatto ti soddisfa o ti fa venir voglia di rifarlo meglio. Fare qualcosa di utile per te o per gli altri ti fa essere, osservare e non fare è stare.

giornatina piena?

prima uscita ore 6:30… prima dell’alba

Quando si dice non essersi seduti un momento, è un falso vero (o un vero falso). Perché svegliarsi alle sei e portare fuori con le prime luci dell’alba (bellissime, tra l’altro) Mou a fare i suoi bisogni a tempo di record, per poi ritrovarsi con Martina per andare al Pronto Soccorso di Vimercate per un’otite acuta e lì passare almeno tre ore, che non è sicuramente un record, anzi, abbastanza veloci, seduti lo siamo stati. Tra una sala d’attesa e l’altra… Finito il tutto, si torna a casa con un plico di diagnosi e ricette mediche, si rimette la pettorina a Mou che si fa un altro giro sino alla farmacia dove noi facciamo il pieno di medicine e lui di coccole da parte dei farmacisti e si torna a casa per fare da mangiare e poi consumarlo. Finito? Nooo… Poi accompagno Martina fino a casa dove a prendersi le coccole sono Olivia e Spike, i cani di mia figlia ed io un’altro caffè. Una mezz’oretta tra giochi con i cani e chiacchiere e riparto per andare a Milano a trovare mio fratello Gianugo che non vedo da più di una settimana. Benino, anche se ultimamente non accetta più molto volentieri il suo fisioterapista ma di fasi così ne ho già viste altre… Terminata anche questa visita risalgo in macchina e torno a casa con il solito traffico milanese che grazie al sindaco Sala ora si concentra più verso l’esterno della città, dando dimostrazione che l’area B/C è il solo vero fumo (negli occhi) dei lombardi. A casa ci si riposa? Noooo, si porta per l’ultimo giretto , fuori Mou e a seguire, lista della spesa e visita al Gigante, tornando praticamente in contemporanea con mia moglie che rientra dall’ufficio, carico di borse cartoni di bottiglie. A questo punto, ultimi punti della routine quotidiana, apparecchiare, preparare il tutto e cenare… Direi che non mi posso lamentare per oggi…

il buongiorno si vede alla sera…

specchio, specchio delle mie brame…

Perché le cose possono andare bene dal mattino, è come proseguono che conta. Cominci una giornata tiepida, soleggiata, a spasso con il tuo cane, che si comporta bene, quasi perfettamente. Poi vai al lavoro, si, trovi un pò di traffico in tangenziale ma neanche tanto e poi comincia il circo per trovare un parcheggio che si palesa dopo mezz’ora buona di giriingiro attorno alla sede di Sky. Mensa all’ora dei pensionati (quando apre, cioè a mezzogiorno), e poi quattro chiacchiere nell’ufficio dei sindacati per farmi spiegare com’è la situazione per chi è in caccia di pensione come me. Minimo un’altro annetto me lo devo smazzare, come minimo e poi sperare che abbiano legiferato nel modo giusto nel frattempo.

siamo tornati… e io?

Varese, dopo la vittoria ( e la qualifica) dell’Italia

Se non altro, per essere la probabile ultima partita come regista di basket, è bene augurante. Una sorta di passaggio di testimone, anche se non so a chi… La partita (quella sul campo) non ha avuto storia, anche perché l’Italia, difendendo duro, ha mandato gli avversari fuori giri e costringendoli a tiri poco produttivi. Quella fatta da tutta la banda tv invece è stata un fior di prodotto. Bravi tutti, veramente. E adesso? Nin zò … per citare qualcuno. Prossima preoccupazione: quella di capire quanto tempo dovrò continuare a lavorare prima che la famigerata “quota 100” (nel mio caso, 102) mi tolga da chi deve lavorare, per mettermi tra coloro che, ogni tanto, lavorano. Anche perché io sono come gli squali ,non come indole ma come fisiologia, per respirare devo muovermi e quindi fare qualcosa che mi coinvolga. Le alternative sono tante, basta averne voglia ed energia. Vedremo… intanto sono ancora qui.

MetereOantipatico

Pont de peder, il ponte di pietra al Parco di Monza

“...La meteoropatia, dal greco μετέωρον e πάθος, è un termine che sta a indicare un insieme di disturbi psichici e fisici di tipo neurovegetativo che si verificano in determinate condizioni e variazioni del tempo meteorologico o delle condizioni climatiche stagionali…” (Wikipedia)
Giusto così, per cominciare con una definizione, che fa tanto figo e acculturato… Durante un giro, il solito giro della mattina, insomma la passeggiata con Mou, per capirci, esco e mi trovo anzi, ci troviamo, sotto un cielo lattiginoso, un sole pallido e smorto. Immediatamente crolla tutta la buona volontà di partire con un sorriso, di cominciare bene la giornata… Arriviamo indenni, sino all’entrata del parco dall’ingresso del dosso, quello piccolino che si apre su prati grandissimi. Purtroppo non riesco neanche a portare Mou a giocare con gli altri cani vicino all’ingresso del parco. La buona volontà c’era, ma una signora, neanche in modo maleducato, mi ha ricordato che il suo cane, anzi la sua cagnolina non andava d’accordo con Mou e quindi ho visto sul suo muso la tristezza, visto che pregustava i giochi che avrebbe fatto con gli altri suoi amici… Capita! Poi facciamo le rive del Lambro dove stanno ammonticchiati tanti alberi spezzati dalla intemperie e tagliati … È sempre un posto affascinante, con questa luce, potrei dire anche un po’ tetro, comunque è un giro che vale la pena di fare spesso. Tra una radura e l’altra avanziamo in mezzo alla natura, il sole è sempre pallido. Adesso stiamo costeggiando le mura del parco facendo attenzione a non inciampare nei miliardi di rami che sono ammonticchiati (parola grossa, più che altro mollati in giro) , alcuni addirittura messi di traverso sui sentieri costringendoci a scavalcare modello barràge a cavallo… Dove voglio andare ? In senso fisico a casa mentre in senso traslato su quello che vi sto raccontando non lo so neanch’io quindi continuiamo il nostro giro e se succede qualcosa poi , ve lo racconto.

Ma che bella giornata…

Zio Ferc

Quando ti svegli alle 3:45, con tosse di tua moglie che per fortuna non si risolve o meglio si risolve senza niente di particolare. Quando stai per riaddormentarti, Mou comincia andare in agitazione, ad avvicinarsi verso la porta a fare il classico verso, di quando deve vomitare… E allora via! Mettersi pantaloni della tuta, maglietta, giaccone, scarpe e fiondarsi giù con il cagnone… Cagnone che, vuole fare il giro dell’isolato, annusa a destra e sinistra, e non fa un tubo… Si torna casa e mia moglie , per fortuna, si è riaddormentata, ronfa clamorosamente, e tu non ti riaddormenti più. Cominci a guardare il telefonino, l’iPad, il soffitto, e il muro, il cane che dorme pure lui, e ti addormenti dopo un’ora e mezza quando gli altri si alzano… Ma che bella giornata!

MINIMALIA E MAXIMALIA

CIOE’ COSE PICCOLE E COSE IMPORTANTI…

Punto di vista differente…

Svegliarsi alla mattina con l’ormai solita alba esagerata che ha preso il posto di quelle opalescenti , se non grigie, tipiche dell’hinterland milanese/brianzolo. Poi ricordarsi dell’ennesima figura di menta fatta dalla tua squadra di basket del cuore schiantatasi contro se stessa piuttosto che contro i suoi avversari nella solita partita secca che non sappiamo gestire, quindi fuori dalla Coppa Italia. A seguire, trovarsi a sorridere per il solito rumorosissimo sbadiglio che Mou emette prima di andare a scroccare il primo biscotto della giornata da mia suocera che sta facendo colazione, masticato in modo altrettanto sonoro… Poi realizzare che si sta avvicinando quella che potrebbe essere l’ultima partita di basket diretta come regista di Sky per due motivi tecnicamente molto validi: al momento, a parte l’Nba che riceviamo così come viene fatta dagli Usa e le partite di qualificazione della Nazionale ( che si concludono, dentro o fuori, la prossima settimana) non ce ne sono altre da fare. Ed i contratti in essere non sono in scadenza. L’altro motivo potrebbe essere il super discusso “quota 100” che, se valido e non troppo penalizzante, potrebbe diventare possibile l’anno prossimo il che mi metterebbe di fronte a molte scelte e prospettive sicuramente nuove…
Ah, e mentre sto scrivendo, il mio cagnolone si è sdraiato dietro la mia sedia, in una muta dichiarazione del tipo ” io ti aspetto, ma guarda che mi devi portare fuori… è ora”…

Vado!

MA L’ERA SABET, E L’ERA PIEN DE GENT…

Midori, nuova vicina di casa

C’era anche lei nel “giro grande” ( per distinguerlo da quello piccolo o dell’isolato). Cucciolina di pochi mesi, buffa come solo i cuccioli sanno essere. Oggi super passeggiata al Parco, nei pressi del Golf all’ingresso di S.Giorgio, arrivati fino all’autodromo, passati sotto la vecchia pista soprelevata e costeggiato tutto il Lambro all’interno del parco. Poi, per non farci mancare niente e siccome , come dice il titolo , preso da una vecchia canzone dei Gufi, dopo un pò, “… l’era pien de gent …” siamo usciti e ci siamo fatti il giro delle cento chiese, pardon, delle cento aree cani. Per un totale di quasi tre ore di passeggiata e otto chilometri lineari, pari a 10/12 canini (zigzagando…). Oggi tempo tiepido, soleggiato in modo non fastidioso, quindi teoricamente una buona mattinata. Teoricamente.

DOMENICA E’ SEMPRE DOMENICA…

Riciclo

la foto è di un mese fa ma l’alba di stamattina era praticamente uguale, e segue una giornata molto meno entusiasmante, al punto che a parte la tosse, il raffreddore, la cervicale e magagne varie, non è degna di essere ricordata per poco altro. neve squagliata grazie ad uno sciocco scirocco, quindi fango dove c’era neve . Passeggiata con Mou senza particolari cose da ricordare e unica cosa degna di nota l’aver ravanato ( leggi cercato nel disordine) dentro una vecchia scatola piena di foto e cose alla rinfusa e tra le altre cose aver trovato questo:

vecchio biglietto MM da obliterare…

Addirittura la vecchia versione non aveva un lato già fustellato e si poteva usare due volte, perché le macchinette che si mangiavano e timbravano il biglietto spesso non erano tarate bene e bastava girarlo… Mi hanno detto , perché io no l’ho mai fatto.. Io no, mai… 🙂

Sito così è se mi pare… di Giancarlo Fercioni